La tregua tra Lega e M5s è stata fissata ieri ma già oggi “traballa” dietro al nuovo scontro interno al Governo, questa volta tra Tria e Matteo Salvini: dopo le parole del Ministro dell’Economia su tasse e Flat Tax, arriva la pronta replica del collega leader leghista che in una nuova intervista a Radio Anch’io estrae l’ascia da guerra «Se il ministro dell’Economia del mio governo dice che di taglio delle tasse non se ne parla, o il problema sono io o è lui. Cosa faccio una Manovra economica all’acqua di rose? L’Italia ha bisogno di uno choc fiscale forte, la Manovra Economia deve essere ambiziosa». Sul contenuto proprio degli scontri continui nel Governo, Salvini replica «Fino a quando penso di riuscire a tenere tranquilli i miei parlamentari della Lega che mi chiedono di andare alle elezioni? Fino a quando le cose si fanno e se qualcuno la smette di insultare, attaccare e litigare quotidianamente». Sul fronte Flat Tax poi, rischia di consumarsi l’ennesimo strappo tutto da ricucire nei prossimi giorni: «Quanti governi ci sono? Uno, con due forze che su alcuni temi hanno idee diverse. Sulla flat tax la Lega è a favore, ma ho scoperto ieri che Tria e Conte hanno idee diverse». A ruota, interviene l’altro vicepremier, Luigi di Maio che ricorda «Per me è ancora un mistero, ancora non ho visto le coperture, anche la flat tax volontaria di cui si parlava ieri non ho capito cosa significa. Noi intanto lavoriamo al cuneo fiscale, una misura realistica». I miliardi sarebbero 4 per il cuneo, mentre per la Flat Tax – sottolinea Di Maio – «ne servono almeno il triplo».
TRIA-CONTE “NO FLAT TAX”, E SULLE TASSE..
Riunendo assieme a Di Maio i sindacati e le parti sociali a Palazzo Chigi, il Premier Conte ha dato ufficiale annuncio dell’inizio del dibattito sulla Legge di Bilancio: «Cominciamo ufficialmente i lavori per la Manovra. Il confronto sarà utile per scrivere una legge di Bilancio che vogliamo sia espansiva nel segno della crescita e quanto più possibile condivisa». Sempre Conte da Palazzo Chigi ha poi aggiunto «Ora dobbiamo avere un pieno contraddittorio e seguire un binario che consenta a me e al ministro Tria di procedere ordinatamente». Importanti sono poi le parole del Ministro dell’Economia che dà una lettura alquanto “ridotta” sulla Manovra rispetto alle promesse di Salvini e Di Maio: «Ci sarà un deficit molto contenuto, quello che serve all’economia italiana. La flat tax non c’è, non c’è nessuna flat tax nel senso di un unico scaglione si va nella direzione di diminuire il numero degli scaglioni il primo anno e poi ridurli ancora, iniziare. La scelta è su quali classi di reddito si potrà fare», ha spiegato Tria in diretta con Sky Tg24. Il governo non agirà sulle spese che hanno un forte impatto sociale, ricorda ancora il titolare del Mef «non bisogna toccare secondo me le detrazioni che riguardano la politica industriale e non vanno toccate quelle con forte impatto sociale, come sanità e istruzione. Ci dovrà essere una scelta politica tra varie spese correnti o detrazioni da toccare, se ci sono benefici devono essere coperti da altre poste di bilancio». Salvini e Di Maio hanno promesso che il Governo va avanti e prosegue spedito verso la Manovra, ma dalle prime avvisaglie lo scontro sembra già in atto: i due responsabili economici della Lega, il viceministro Massimo Garavaglia e il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci hanno rilasciato una nota in cui affermano «La manovra economica deve essere coraggiosa e utile a tanti italiani, lavoratori e famiglie. Non servono mini interventi di cui nessuno si accorge. Condividiamo i dubbi di chi sostiene che 4 miliardi di tagli alle tasse siano davvero pochi».
CONTE “MIO PARTITO? SOLA FANTASIA”
Il vertice questa volta c’è stato ed è durato anche più di un’ora: tornano a parlarsi, faccia a faccia, i due vicepremier scongiurando di fatto la crisi di Governo e escludendo quasi del tutto l’ipotesi di Elezioni anticipate. «E’ andato tutto bene, e sono d’accordo con il presidente Giuseppe Conte: basta chiacchiere, dobbiamo lavorare» ha spiegato Salvini uscendo da Palazzo Chigi. Conte non ha partecipato al bilaterale con i leader di Lega e M5s ma ha comunque commentato il faccia a faccia dei suoi due vice con un «E’ cosa buona e giusta». Nelle scorse ore, con Salvini che aveva sottolineato quel passaggio particolare di ieri del Premier in Senato – «tornerei qui qualora non vi siano più le condizioni di una maggioranza di questo Governo» – si erano alimentate voci su possibili inviti “nascosti” di Conte in Parlamento per una maggioranza alternativa senza la Lega (Pd-M5s?): ma Conte poco fa ha ribadito «Che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa è assolutamente fantasioso. Non ho letto le parole di Salvini e non ho avuto la possibilità di vedere il video. Ma che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa quando invece, com’è ben chiaro a leggere, andrei in Parlamento per trasparenza nei confronti dei cittadini e rispetto delle istituzioni, è una cosa assolutamente fantasiosa».
VERTICE SALVINI-DI MAIO A PALAZZO CHIGI
Matteo Salvini e Luigi Di Maio tornano a parlarsi. Forse. Fonti parlamentari all’Ansa hanno confermato che sarebbe in corso un vertice a Palazzo Chigi tra i due vicepremier (e non è escluso vi sia anche il Presidente Conte visto il luogo, ndr) anche se Lega e Movimento 5Stelle con le loro fonti di stampa al momento non hanno confermato nulla. Se però il vertice fosse confermato, sarebbe il primo dopo due settimane in cui Di Maio e Salvini non si sono visti e soprattuto se le sono date di santa ragione a distanza: le liti sulla Tav, sul Russiagate, sulla Manovra e la Flat Tax, sul caso Siri e sulle grandi opere che non partono ancora in Italia. Un vertice per scongiurare una crisi di Governo data per molti solo “congelata” e che gli stessi Salvini e Di Maio spesso rievocano come rischio qualora il partner reciproco di Governo non la smettesse con gli attacchi. «Non litigare e non alimentare litigi. Mettiamoci tutti al lavoro per il Paese. Se noi avessimo il sospetto che la Lega avesse preso anche un solo euro di quell’affare russo non staremmo al governo insieme. Io credo non ci sia bisogno di alimentare i litigi all’interno del governo, questo è il momento di lavorare per ottenere altri obiettivi», ha spiegato stamattina Di Maio entrando al Ministero. Di contro, il leader della Lega ha spiegato al Sole 24ore «Ho letto ricostruzioni surreali, finestre che si aprono e si chiudono. Per me ogni giorno ha la sua finestra, e’ una messa alla prova. Ogni giorno devo fare qualcosa di utile per il mio Paese. Se la macchina si inceppa, se qualcuno la inceppa, è un problema».
CRISI GOVERNO, PARLA SALVINI
In una lunga intervista odierna a Radio Anch’io su Radio Rai1, il Ministro Salvini aveva anticipato un po’ dei nodi che potrebbero essere messi a tema nel vertice di Palazzo Chigi: dalla Tav – con l’avviso forte dato agli attivisti e al M5s che «non ci sarà nessun impunito, non devono esserci violenze sabato a Chiomonte» – fino al Russiagate, manifestando non poca irritazione per le mezze parole dette ieri da Conte in Senato sul caso Moscopoli «Conte al Senato ha detto quello che dico io da settimane. Non ho mai preso un rublo, vado all’estero per far politica non per far accordi commerciali. Incontrare ministri è il mio lavoro, per l’interesse nazionale italiano». Non solo, contro il Premier Conte Salvini ha lanciato una battuta «mi interessano meno di zero le sue parole in Senato, Mi alzo ogni mattina per andare al Viminale per lavorare. Io finché posso far le cose sto al governo, se dovessi accorgermi che sto al governo per non fare le cose..». Sulla decisione di dire Sì alla Tav c’è però una forma di re-unione, anche se lo stesso leader Lega non indietreggia e rilancia «Chiaro che la convenienza della Lega sarebbe andare a votare domani mattina e di raddoppiare il numero dei parlamentari, però da ministro ho a cuore anche altro. E i sì di martedì e mercoledì sono stati incoraggianti».
DI MAIO SI DIFENDE E ATTACCA
Di contro Di Maio, oltre a lanciare la sua personale difesa agli attacchi di Salvini deve anche badare a quanto succede nel suo Movimento, dove la base è letteralmente nella bufera per quanto fatto da Conte sulla Tav: il leader è accusato di non aver avuto il peso necessario per contrastare la scelta del Capo del Governo, ma tanto ieri in una diretta Facebook quando oggi al Ministero del Lavoro Di Maio ha rilanciato «Abbiamo seguito logicamente quello che abbiamo sempre detto. Ma noi al Governo ci stiamo col 33%, non col 51%. Chi ci volta la faccia lo dice senza memoria e senza avere mai avuto una faccia. Ricordo che il Pd di Renzi come la Lega sono stati no Tav in passato, e noi restiamo no Tav, è colpa nostra che abbiamo il 33%? Tutti i partiti che sono stati no Tav hanno cambiato idea e ora danno la colpa a noi del fatto che non si ferma? È una follia». Non solo, ancora il Ministro del Lavoro torna sul fronte Tav con una stilettata al Premier oltre che alla Lega «Conte ha detto che dal lato governo non possiamo più fare nulla per fermare la Tav. Ma ha spiegato che chi potrebbe ancora fermarla è il Parlamento perché c’è un trattato internazionale di mezzo, ratificato proprio dal Parlamento. Solo il Parlamento può quindi tornare indietro in maniera unilaterale. Io non sono d’accordo con Conte quando dice che si spendono più soldi a non farla, che a farla. Ma non è solo una questione di soldi, c’è anche un impatto ambientale e sulla popolazione che non ha mai voluto quell’opera». Polemica sul Russiagate immancabile, Di Maio chiarisce nella diretta Facebook «Si sta dicendo che il Movimento sta smentendo il presidente Conte. Io ho piena fiducia in Conte, e lo ringrazio anche per essere andato a riferire in Senato sulla Russia. Anche se per me non era un atto dovuto, perché ci doveva andare qualcun’altro. Ed è per questo che i nostri senatori hanno voluto segnalare questa assurdità decidendo di non partecipare».