Si accende il dibattito sulle firme digitali per le proposte di referendum. La raccolta firme, infatti, potrebbe presto diventare inutile. Questo quanto confermato dal ministro Vittorio Colao in risposta a un’interrogazione del deputato Riccardo Magi. L’esponente di +Europa, infatti, chiedeva conto dello stato di avanzamento della piattaforma digitale promessa dal governo più di due anni fa.



Come ricordato da Il Fatto Quotidiano, un anno fa il Parlamento aveva dato il via libera a un emendamento che ha permesso l’utilizzo della firma digitale per la raccolta delle firme. Colao però ha reso note due novità, ovvero “il parere del Garante della privacy, e poi anche il ministero di Giustizia ha reso alcune osservazioni tecniche”. In buona sostanza, la piattaforma consentirà solamente di sottoscrivere i quesiti referendari, ma non di autentica e abbinare le firme ai certificati elettorali. E in tal modo quelle firme non avranno alcun valore.



“Governo vuole impedire referendum con firme digitali”

In prima linea Marco Cappato e l’associazione Luca Coscioni, in prima linea perché le raccolte delle sottoscrizioni possano essere fatte online: “Il governo Draghi vuole azzerare la riforma storica sulla firma digitale che abbiamo conquistato grazie ai referendum Eutanasia e Cannabis”. E nel frattempo è stata lanciata una petizione online: “Se non fermiamo subito questo colpo di mano, tra poco non sarà più possibile firmare i referendum con SPID, come già 999.860 cittadini avevano fatto nella scorsa estate”. E ancora, il messaggio destinato all’esecutivo: “Chiediamo al governo di bloccare immediatamente la cancellazione della firma digitale per i referendum, e di attivare al più presto la piattaforma digitale gratuita per la presentazione e la sottoscrizione di iniziative popolari e di democrazia diretta”. Come riportato dall’Ansa, a partire da lunedì 11 luglio, l’attivista Lorenzo Mineo coordinatore delle attività italiane del movimento paneuropeo praticherà il Duran Adam davanti al Ministero per la Transizione Digitale, tutti i giorni dalle 13 alle 15, in Largo Pietro di Brazzà 86, e un contestuale inizio di un digiuno di dialogo con il Ministro Colao, per scongiurare la cancellazione della firma digitale sui referendum. 

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