Capace di allineare Luigi Di Maio e Giorgia Meloni, che hanno invocato la revoca della cittadinanza, il caso Sandro Gozi ha acceso il dibattito anche all’interno del Partito Democratico. La nomina dell’ex esponente dem nel Governo di Parigi, voluta fortemente dal presidente Emmanuel Macron, ha scatenato bagarre anche nel partito guidato da Nicola Zingaretti. La mossa di Gozi non ha incontrato il favore di Carlo Calenda, che ha esternato il suo punto di vista attraverso Twitter: «Non si entra in un Governo straniero. Non si tratta di un gruppo di lavoro, ma di ricoprire per due mesi nel Governo Francese la carica che ha ricoperto nel nostro Governo, conoscendo posizioni e interessi anche riservati non sempre coincidenti. Semplicemente non esiste». Una presa di posizione che non è passata inosservata, dopo pochi minuti è arrivata la replica del dem Ivan Scalfarotto: «Ma dai, Carlo. Gozi non è entrato nel governo, ha un ruolo di consulente. E vi vorrebbero 1000 Gozi in giro l’Europa – a costruirla sul serio, lavorandoci e mettendoci la faccia – non nessuno. Finché non sentiremo l’Europa davvero come la casa comune, non potrà mai funzionare». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SCOPPIA IL CASO GOZI
Sandro Gozi nominato consigliere agli Affari Ue del Governo Macron sta diventando un caso nazionale: prima Giorgia Meloni e poi anche Luigi Di Maio arrivano a considerare, in sostanza, la stessa richiesta allo Stato italiano ovvero quella di revocare la cittadinanza italiana all’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Renzi. «Egregio presidente del Consiglio, le chiediamo di avvisare Sandro Gozi che non sarà tollerata la sua scelta, rispetto alla quale non esiterà alla intimazione di legge e alla conseguenziale procedura di revoca della cittadinanza», si legge nella lettera inviata al premier Giuseppe Conte scritta da Giorgia Meloni e pubblicata oggi sul Giornale. «Non capiamo da dove possa scaturire tanta riconoscenza da parte dello Stato francese nei confronti di Sandro Gozi ma le norme sulla cittadinanza italiana precisano che, motivo di perdita della nostra cittadinanza possa essere il conseguimento di cariche pubbliche da parte di uno Stato estero. Ci appelliamo a Lei, presidente Conte, per impedire a chi abbia avuto la possibilità di accedere a dossier rilevanti per l’interesse nazionale di cambiare casacca impunemente e militare per altre nazioni», scrive la Meloni assieme al comitato centrale di Fratelli d’Italia.
DI MAIO COME LA MELONI
In difesa di Sandro Gozi, oltre all’intera pletora di esponenti del Pd, anche il giornalista Christian Rocca che su Twitter replica contro l’attacco di Lega-FdI-M5s «Gozi è un cittadino europeo (Maastricht 1992) che entra nel governo di un paese UE, amico e alleato, secondo le regole previste dai trattati dell’Unione». Eppure lo scontro ritorna e si infiamma di nuovo quando dopo la Meloni – che ieri aveva attaccato la Francia di voler “fregare” acque territoriali all’Italia – interviene nella disfida anche il vicepremier M5s Di Maio: «Tu lavori per il governo italiano, rappresenti e servi lo Stato italiano e poi a un certo punto lo tradisci e ti vai ad arruolare nelle fila di un altro governo, come responsabile della politica europea del governo Macron». Non solo, per il leader grillino «Nulla contro la Francia, ma bisogna valutare se togliergli la cittadinanza perché siamo di fronte a una questione inquietante per cui un nostro sottosegretario, anche se era del Pd, adesso diventa esponente di un altro governo con cui abbiamo tante cose in comune ma anche molti interessi confliggenti».
SANDRO GOZI SI DIFENDE “IO COME ZOLA..”
A parziale difesa arrivano le parole dello stesso Sandro Gozi (già candidato alle Elezioni Europee tra le file di Macron, ndr) in una intervista odierna a Radio Cusano Campus: «Capisco Giorgia Meloni, Salvini le ha portato via tutti i temi di destra, non sa più a che santi rivolgersi, si è messa in testa di fare la guerra all’Europa e alla Francia. Capisco che sono europeista e amico di Macron, quindi per lei magari sono da condanna a morte». Per l’ex Pd, le polemiche nate in questi giorni sono simili a quando i primi calciatori italiani venivano acquistati all’estero: «come Gianfranco Zola, venivano acquistati dalle squadre estere. Degli ex colleghi della Lega mi hanno chiamato dicendomi ‘cosa vai a fare, il Mourinho della situazione?’. Io sono juventino. però», ironizza Gozi che poi si fa serio «conosco Macron da tantissimi anni, da prima che entrasse in politica, l’ho sempre stimato, è una persona di grande competenza. Poi l’ho conosciuto meglio quando lui era nel governo Hollande e io sottosegretario del governo italiano. Sono stato eletto nelle liste di ‘En marche’ al Parlamento europeo perchè siamo convinti che l’Europa la si può costruire solo con una politica transnazionale, con uomini e donne che hanno obiettivi comuni». In conclusione, Gozi attacca il Governo e i sovranisti: «Sono consigliere per gli Affari europei del primo ministro, non è che sono ministro del governo francese. Mi aspettavo delle critiche, ma sono rimasto sorpreso da tutto questo scalpore. Vuol dire che l‘Italia è totalmente sconnessa da quello che accade in Europa».