Segnalazioni da quasi 3 università su 4, +35% di ricorsi rispetto al 2018 e possibili conseguenze a “cascata” nei prossimi scorrimenti: il test di Medicina 2019 ha riservato non poche sorprese in termini di “cifre” con migliaia di studenti che sembrano sul punto di presentare ricorso per illeciti e caos avvenuti durante il giorno dell’esame il 3 settembre scorso. Ne ha parlato in una lunga nota il presidente di Consulcesi – portale che tutela diritti di medici e aspiranti universitari – dopo la presentazione di una valanga di ricorsi presso numerochiuso.info a seguito della pubblicazione della graduatoria nazionale su Universitaly che ha messo in evidenza i risultati dei vari “ammessi”, “prenotati”, “in attesa” e “fine posti”. «In oltre 20 anni non avevamo mai visto una cosa del genere», spiega il presidente Massimo Tortorella che illustra come le città con maggiori irregolarità evidenziate sono state Roma (18% dei casi), Napoli (10%) e Milano (7%).



RICORSI “BOOM” DOPO TEST MEDICINA 2019: I PROSSIMI STEP

Sono addirittura 27 gli atenei su 41 interessati dai ricorsi dopo il test di Medicina 2019, distribuiti in ben 21 città diverse che danno un senso della devastante problematica sorta quest’anno in maniera massiccia: secondo Consulcesi, «l’80% delle irregolarità segnalate sarebbero state compiute in atenei del Sud Italia». Alcune segnalazioni anche stravaganti hanno coinvolto direttamente Roma Capitale dove sono serviti addirittura gli interventi della polizia per alcune falsificazioni di documenti d’identità ad inizio esame. C’è chi ha nascosto un microfono sotto la camicia (sempre a Roma) ma anche diversi esaminatori che non avrebbero effettuato i controlli del caso dopo le segnalazioni svariate di gente che copiava (l’Aquila); poi, spiega ancora Consulcesi, i sospetti si allargano anche sul web dove la sera prima dell’esame sono stati rilevati picchi di ricerche web riguardanti argomenti inseriti nel test di Medicina. «È una situazione che avevamo preventivato – prosegue allarmato Massimo Tortorella – ma il numero di segnalazioni ricevute è grave: ho ricevuto dei reclami anche attraverso il mio profilo Instagram. Le irregolarità su cui stanno già lavorando i nostri legali confermano quello che abbiamo sempre sostenuto: il problema non è il numero chiuso in sé, ma la modalità di selezione dei futuri medici». La domanda finale è del tutto condivisibile: davvero siamo disposti a far diventare medici, manutentori della nostra salute, «chi è riuscito a nascondere uno smartphone o un auricolare?».

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