Il governo britannico ha inserito anche un suo cittadino nell’elenco delle persone sanzionate per i loro rapporti con la Russia. Si tratta di Graham Phillips, blogger che ha raggiunto una certa fama per i suoi video pro-Putin su YouTube e che dal Donbass fa propaganda per la Russia. Questo il motivo per il quale è uno dei 42 soggetti sanzionati dal Regno Unito. Tale lista include, ad esempio, il ministro della Giustizia russo, il suo vice e due nipoti del miliardario russo Alisher Usmanov, che è stato invece sanzionato direttamente a marzo. In sua compagnia in questa lista anche funzionari siriani accusati di reclutare mercenari per combattere in Ucraina, Vitaliy Khotsenko, il primo ministro dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, e Vladislav Kuznetsov, il vicepresidente dell’autoproclamata repubblica di Lugansk.
Quella di Graham Phillips, comunque, è una vicenda a dir poco controversa. Il cittadino britannico, il primo ad essere aggiunto nella crescente lista delle sanzioni, ha ricevuto anche una medaglia dalla Russia, stando a quanto riportato dal Guardian. Ha costantemente seguito la linea russa sulla guerra, unendosi a quanti ritengono che l’Ucraina sia gestita da nazisti e che il massacro degli ucraini a Bucha sia solo una messinscena.
“SOSTIENE AZIONI CHE DESTABILIZZANO UCRAINA”
Nell’elenco delle sanzioni Graham Phillips, i cui beni sono stati congelati dal governo britannico, è descritto come un «video blogger che ha prodotto e pubblicato contenuti multimediali che sostengono e promuovono azioni e politiche che destabilizzano l’Ucraina e minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità o l’indipendenza dell’Ucraina». All’età di 30 anni Graham Phillips ha lasciato il suo lavoro presso l’Ufficio centrale dell’informazione del governo britannico per trasferirsi a tempo pieno in Ucraina, dove si è reinventato giornalista. Stando ad un’intervista del 2014 a BuzzFeed News, andò per la prima volta in Ucraina da tifoso per una trasferta di calcio. Dopo l’occupazione di Crimea e parte del Donbass da parte della Russia, ha cominciato a caricare video al servizio della propaganda di Mosca. Quello è l’anno in cui gli è stato vietato di entrare in Ucraina, ma è riuscito comunque a entrare illegalmente nei territori occupati. Del resto, i suoi contenuti sono diventati sempre più politicizzati. Già ad aprile divenne un caso per un’intervista – simile ad un interrogatorio – ad Aiden Aslin, uno dei volontari britannici catturati dall’esercito russo a Mariupol, è finito nel mirino del suo governo, che era disposto ad accusarlo di crimini di guerra. Il Guardian allora riportò che potrebbe avere violato la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra.