Il sostegno all’Ucraina da parte degli Stati Uniti non svanirà se dovesse vincere Donald Trump le elezioni presidenziali 2024. D’altra parte, i repubblicani sono pronti a scaricare all’Europa le spese per gli aiuti. Il senatore Lindsey Graham, uno dei più influenti d’America, ritiene che i Paesi europei debbano fare di più. “Con Trump, la Nato sarebbe ancora più forte, ma i Paesi europei dovranno spendere di più per contribuire alla difesa comune“. Ne parla al Corriere della Sera, a margine del forum Ambrosetti a Cernobbio. La novità più importante è la sua conferma alle indiscrezioni su un accordo complessivo tra Usa e Arabia Saudita, quindi all’inizio dell’anno prossimo i sauditi potrebbero riconoscere Israele. “Abbiamo buone possibilità di arrivare a un’intesa all’inizio del 2024. I sauditi ci chiedono un impegno per la difesa comune, la tecnologia nucleare per uso civile e una serie di patti economici. Sono tutte cose che possiamo fare“, spiega Graham, precisando che Biden può vantare un ampio consenso del Senato.



Una svolta storica che cambierà il Medio Oriente per sempre“. Ma anche i palestinesi dovranno partecipare all’accordo, anche se non sembra praticabile. “Sì, è complicato. Ma i sauditi si faranno garanti di molte altre richieste palestinesi. È ancora materia di negoziato“. Graham resta critico sulla vicenda dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, il cui mandante secondo la Cia è il principe saudita Mohammed Bin Salman, ma evidenzia anche che “la sfida oggi è spingere l’Arabia Saudita a cambiare“. Quindi, questo percorso va incoraggiato.



“TRUMP NON ABBANDONERA’ UCRAINA”

Questo percorso è ovviamente lastricato di petrodollari, visto che l’Arabia Saudita mette sul piatto mille miliardi di investimenti, come ricordato da Lindsey Graham. “Possono davvero cambiare il Paese e il Medio Oriente solo con il concorso dell’Occidente, non solo degli americani. Trump lo aveva capito“. A proposito del tycoon, non ha dubbi riguardo la vittoria alle elezioni presidenziali Usa del 2024. “Guardo i sondaggi. Penso che sarà una gara molto serrata. Davvero. Con possibilità divise al 50%“. Per il senatore repubblicano, difficilmente i processi in cui è imputato Trump si terranno prima delle elezioni, ma “in ogni caso la maggioranza dei repubblicani ritiene che queste inchieste siano motivate politicamente“. A proposito dell’assalto a Capitol Hill, ha ribadito che “Trump non ha avuto un ruolo diretto“. Per quanto riguarda gli aiuti militari all’Ucraina, Graham spiega: “Se noi abbandonassimo l’Ucraina, commetteremmo l’errore di Biden al cubo“. Il riferimento è al ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Comunque, non è solo il partito repubblicano a essere diviso: “Anche l’Europa lo è. Ma la maggioranza dei conservatori è per andare avanti e sostenere l’Ucraina fino alla vittoria. Al Senato, per esempio, possiamo dire che circa il 70% dei repubblicani sia su questa linea“.



“PUTIN NON PUO’ CAVARSELA DOPO MASSACRI”

D’altra parte, il presidente Usa Joe Biden starebbe esplorando anche la pista del negoziato di pace tra Ucraina e Russia per allentare l’invio di armi. Ma per Lindsey Graham c’è un punto fermo: “Non possiamo concludere un accordo che premi Putin. Non possiamo consentirgli di cavarsela dopo che il suo esercito ha commesso massacri, stupri, saccheggi in Ucraina. Se molliamo adesso, Putin sarà più forte che mai e noi avremmo preparato il terreno per un’altra aggressione“. Per il senatore repubblicano, va collegata l’invasione dell’Ucraina a ciò che può accadere a Taiwan, altrimenti “ci perdiamo molto dello scenario mondiale“.

Al Pentagono c’è scetticismo sulla controffensiva, in particolare sulle possibilità che gli ucraini possano riconquistare tutti i territori occupati, come la Crimea. “Credo, invece, che nel giro di un anno l’esercito ucraino farà progressi sostanziali. Quanto alla Crimea, non ci possono essere dubbi: è parte integrante dell’Ucraina“, spiega Graham, secondo cui a Kiev può essere restituita con una forma politico-diplomatica. “Sono aperto alle formule creative. Ne possiamo discutere. A patto che non rappresentino un colpo di spugna. Ripeto: nessun premio, nessun regalo a Putin“.