Ursula Von der Leyen comincia a lavorare per mettere a punto la composizione della nuova Commissione Ue dopo essere stata eletta, ancora una volta, come presidente. Per la numero uno dell’UE, però, c’è subito un nodo da sciogliere: questo riguarda il numero di donne che potrebbero essere presenti nell’esecutivo. Nella lettera inviata ai 27 Paesi membri dell’Ue, la Von der Leyen ha chiesto espressamente di avere da parte di ogni governo una segnalazione relativa a due profili, un uomo e una donna.



Come spiega l’Ansa, però, quasi nessuno ha ascoltato l’indicazione della presidente della Commissione Ue, che al momento non vuole commentare quanto sta accadendo. Chi tra i Paesi ha intenzione di sostenere il titolare uscente non è obbligato infatti a indicare un uomo e una donna e per questo motivo fino ad ora sono stati confermati quasi esclusivamente gli uomini. È questo infatti il caso di Ungheria, Slovacchia, Francia, Lettonia e Olanda, mentre la Croazia confermerà una donna, Dubravca Suica, attuale vicepresidente della Commissione con delega alla Democrazia e Demografia. Il secondo problema, però, è rappresentato da chi ha proposto nuovi candidati: i nomi non rispettano le richieste di Ursula Von der Leyen.



Ursula Von der Leyen, grana “quote rosa”

Come spiega l’Ansa, i governi che hanno fatto nuovi nomi per i commissari Ue, dunque senza riconfermare quelli uscenti, non hanno rispettato la richiesta di Ursula Von der Leyen e non hanno fatto nomi di donne. In particolare, l’Irlanda ha indicato Michael McGrath Malta Glenn Micallef, la Repubblica Ceca ha proposto Jozef Sikela, la Slovenia Tomaz Vesel, l’Austria Magnus Brunner e la Grecia Apostolos Tzitzikostas. Al momento i nomi delle donne sono solamente sei: ci sono Kallas, Suica e la stessa von der Leyen, oltre alla spagnola Teresa Ribera, la svedese Jessica Roswall e la finlandese Henna Virkkunen.



Nonostante non vi sia alcun obbligo di “quote rosa” nei Trattati Ue, la presidente della Commission Ue avrebbe voluto una Commissione composta al 50% da donne, o comunque una percentuale vicina. Eppure così non sarà, nonostante a Palazzo Berlaymont stiano lavorando per risolvere il problema “sotto traccia”. Anche nei governi ancora indecisi, il nome dato per favorito è quello di un uomo: in Italia, ad esempio, dovrebbe essere nominato il ministro per gli Affari Ue, il Sud la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto.