Grandi elettori alle Elezioni Usa 2024: chi sono e perché sono così importanti

Nella giornata di oggi – com’è ormai ben noto da mesi – si terranno le Elezioni USA 2024 che porteranno (da qui a gennaio dell’anno prossimo) all’elezione del nuovo Presidente che diventerà l’inquilino della Casa Bianca per i prossimi quattro anni subentrando a Joe Biden, e tra le tante questioni sollevate negli ultimi mesi siamo certi che ancora molti non avranno capito chi sono i grandi elettori, che ruolo hanno nel sistema elettorale americano e cosa li rende delle figure così tanto importanti: il nostro compito qui sarà proprio quello di sciogliere ogni vostro dubbio partendo dall’importante dettaglio che non hanno nulla a che fare con quelli spesso nominati in Italia in relazione al collegio elettorale che esprime il Presidente della Repubblica.



Partendo dal principio, è bene dire di fatto le Elezioni USA 2024 sono – a differenza delle nostre – indirette (o di secondo grado) perché i cittadini dei 50 stati non sono chiamati ad eleggere direttamente il Presidente, ma sceglieranno i grandi elettori che comporranno il Collegio incaricato dell’elezione vera e propria: dal conto loro, pur essendo associati ad un partito hanno la libertà di votare per il candidato che preferiscono con l’ovvia conseguenza – capitata solamente cinque volte nella lunga storia americana, tra cui quelle che portarono al primo mandato di Donald Trump nel 2016 – che il voto popolare e quello del Collegio potrebbero non combaciare.



I grandi elettori dalla regola del ‘winner takes it all’ al voto di dicembre: tutto quello che c’è da sapere sulle Elezioni USA 2024

Lasciando un attimo da parte i tecnicismi, occorre fare un passetto indietro per precisare che i grandi elettori sono in totale 538 ripartiti in base alla popolazione dei singoli stati in misura uguale alla composizione del Congresso; ma d’altre parte l’Election Day si regge sul principio del ‘winner takes it all‘ secondo il quale il partito che ottiene anche un solo voto popolare in più rispetto all’altro si porta a casa la totalità dei grandi elettori di uno stato, senza dare un reale peso all’opinione del popolo.



Per vincere ad uno dei due candidati presidenti bastano 270 voti da parte del Collegio: nella tarda serata di oggi potremo – insomma – conoscere quali stati sono ‘rossi’ e quali ‘blu’ (rispettivamente Repubblicani o Democratici) in base alla composizione dei grandi elettori, ma la reale partita si giocherà solamente a dicembre quando il Collegio si riunirà, voterà e potrebbe ribaltare l’esito del voto popolare; mentre – e non si è mai verificato – nel caso in cui ci fosse un pareggio tra i due candidati spetterà al Congresso scegliere il nuovo Presidente in una votazione lampo.