Ospite a “L’Ora Solare” su TV2000, Grazia Di Michele ha ripercorso la sua vita, tra la musica e la famiglia. La cantante ha cominciato la sua carriera molto giovane e questo l’ha portata più volte a scontrarsi con la famiglia e in particolare con il padre, che non voleva facesse questo lavoro.

A lui ha dedicato il testo “Io e mio padre”, presentato al Festival di Sanremo nel 1991: “Io sono molto legata a momenti e persone della mia vita che non ci sono più. La nostalgia è molto forte, ad esempio quando penso ai miei genitori che non ci sono più e ai momenti con i miei fratelli e le mie sorelle. Eravamo una famiglia rumorosa. Con papà ho avuto un rapporto burrascoso per colpa della musica. Io volevo spiegargli che era una passione, che non avrei voluto fare altro nella vita. Io penso che i genitori debbano aiutare i figli a non illudersi. Mio papà mi preservò così dalle delusioni invitandomi a cambiare sogno ma io sono andata via, sulle navi. Questo ci ha allontanato molto”.



Grazia Di Michele: “La musica mi è caduta addosso”

La carriera musicale di Grazia Di Michele è cominciata per caso, quando è entrata in un locale, il Folkstudio, e ha cominciato a suonare la chitarra. Da lì è iniziato un vero e proprio sogno: “La musica mi è caduta addosso. Sono andata in un locale a Roma, il Folkstudio, e mi hanno portata da un discografico. Lì abbiamo bluffato perché abbiamo detto che avevamo materiale per un disco. Poi ci siamo chiuse in camera a scrivere. Sono i casi della vita, le sliding doors. Lì sono salita sul palco ed è iniziata la mia carriera artistica”.



Nella vita, Grazia è però anche una musicoterapeuta e insegnante, come ha raccontato lei stessa: “La musica può essere anche altro. Sono musicoterapeuta, ho ideato un’incubatrice musicale all’interno della quale il bambino sente suoni familiari come il battito cardiaco della mamma”. Un tema che le sta particolarmente a cuore, essendo lei stessa mamma: “Mio figlio si chiama Emanuele. Era un bambino creativo, pieno di vita, curiosità, voglia. Lui è andato allo IED, all’Università dello studio sonoro. Da piccolino veniva con me in tournée. Ho fatto un concerto con una pancia enorme. Da piccolo ascoltava la musica lirica, ascoltava di tutto con grande curiosità”.