Grazia Letizia Veronese e l’amore per Lucio Battisti
Grazia Letizia Veronese è la moglie e vedova di Lucio Battisti. Un grande amore quello nato tra i due che si sposati nel 1976 e che hanno avuto un figlio, per altro unico, di nome Luca Filippo Carlo Battisti. Il primo incontro è stato nel 1968 durante il Festival di Sanremo dove Battisti partecipava come autore del brano “La farfalla impazzita”. Una conoscenza che ha lasciato il segno, visto che l’anno successivo sono diventati una coppia annunciando il fidanzamento. Sette anni dopo il matrimonio che li ha resi una delle coppie più famose della musica italiana. Un amore che i due hanno però sempre vissuto ben lontano dal clamore mediatico e dai riflettori.
Compagni di vita, ma anche di lavoro visto che Grazia Letizia Veronese ha collaborato in diverse occasioni con il marito scrivendo diverse canzoni con lo pseudonimo di Velezia. La donna è stata spesso considerata la Yoko Ono dell’unione Mogol-Battisti, visto che il suo nome è stato spesso associato alla fine di un connubio artistico che tanto successo ha regalato ad entrambi.
Grazia Letizia Veronese: “Mogol? Innumerevoli cause dopo la morte di Lucio Battisti”
Grazia Letizia Veronese, la vedova di Lucio Battisti ha preferito sempre tacere dinanzi alle voci che fosse stata lei la causa della fine del connubio del marito con Mogol. Al paroliere Giulio Rapetti però ha indirizzato una lettera pubblicata da diversi quotidiani italiani: “sono passati 25 anni da quando Lucio Battisti non è più fra noi. Noto, caro Giulio, che non perdi occasione pubblica per spargere il tuo miele su Lucio, dichiarando di averlo amato tanto: io credo che tu abbia ragioni per amarlo molto di più adesso, visto che ancora oggi, dopo un quarto di secolo dalla sua morte, non ti riesce di separare il suo nome dal tuo”. Non solo, la Veronese ha aggiunto: “ragionier Giulio Rapetti, imprenditore, in arte Mogol, paroliere». «Noto anche che – aggiunge – , in queste occasioni non fai mai alcun cenno alle innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un risarcimento danni, per “perdita di chanche”: una causa che, visto l’esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra”.
Sul finale Grazia Letizia Veronese ha detto a Mogol: “ti chiedo soltanto di rispettare la sua dignità di uomo, dopo avere tanto lusingato la sua figura di artista. Ti rammento che il vostro “sodalizio artistico” si era interrotto nel lontano 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio! Senza rancore. Grazia Letizia Veronese Battisti”.