Grazia Letizia Veronese è originaria di Limbiate, in provincia di Monza, nata nel giugno del 1943. Una figura che è sempre stata a fianco del mito Lucio Battisti, con i due che non si sono mai lasciati dal 1968, quando si conobbero presso l’edizione del Festival di Sanremo di quell’anno. Musica nel sangue per la Veronese, visto che, oltre a divenire in seguito manager dello stesso artista di Rieti, ha avuto una storia (prima di Battisti), con il cantautore Gian Pieretti. Grazia Letizia e Lucio hanno avuto un figlio, Luca Filippo Carlo, nato nel 1973, e anch’egli entrato nel mondo della musica, prima come tecnico del suono e poi come frontman del gruppo Hospital. La Veronese è conosciuta anche con il nome di Velezia (l’unione fra le prime sillabe del suo cognome e quelle del suo nome), e nel 1982 ha collaborato assieme al marito nell’album “E già”, il primo uscito dopo la fine del sodalizio con Mogol. Al di là delle vicende legali, della Veronese si sa davvero ben poco, non appare quasi mai in pubblico, e al momento vive a Rimini, in Romagna. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GRAZIA LETIZIA VERONESE E LA BATTAGLIA PER I DIRITTI D’AUTORE DI LUCIO BATTISTI

Grazia Letizia Veronese, vedova del compianto Lucio Battisti, è da tempo la custode del patrimonio discografico dell’artista laziale e nella serata in cui Rai 1 dedica una puntata monografica all’ex marito con “Una serata da cantare” la memoria non può non correre, oltre che a Mogol (storico sodale del cantautore per almeno quindici anni, prima del “divorzio” per i noti dissapori), anche alla 76enne paroliera e compositrice che dal 1998 ha deciso di adottare una condotta molto rigida sullo sfruttamento di diritti d’immagine e dell’opera di Battisti. È anche per questo il motivo che la Veronese ha ripetutamente bloccato diversi tentativi di realizzare delle cover dei successi del cantante laziale, oltre che negando l’uscita di dvd e altre iniziative del genere, senza dimenticare la lunga querelle col maestro Giulio Rapetti, in arte Mogol, e che negli ultimi tempi ha visto il Tribunale di Milano mettere un importante punto quantomeno in merito alla diffusione in digitale, sulle principali piattaforme di streaming online, dei 12 album che l’83enne paroliere e Battisti hanno realizzato assieme. Anzi, in più di un’occasione è stato lo stesso Mogol a insinuare che il deterioramento dei rapporti con Lucio fu dovuto proprio alle interferenze della Veronese e lasciando in un certo senso intendere che sull’annosa questione dei diritti d’autore sarebbe stato proprio il condizionamento dell’allora compagna di Battisti a porre fine al loro sodalizio professionale nel 1980.



GRAZIA LETIZIA VERONESE, LE CRITICHE DALLA FIGLIA DI GABER

Ad ogni modo Grazia Letizia Veronese, conosciuta come Velezia e definita con un po’ di ironia ma anche in un certo senso a ragione come la Yoko Ono della musica italiana (in un vertiginoso parallelismo della vita, e la morte, di Lucio Battisti con quella di John Lennon) per aver fatto allontanare il compagno dal Mogol, che peraltro ha sempre ricordato il cantautore con affetto mentre sulla moglie si è spesso chiuso nel silenzio, spiegando di non voler rilasciare dichiarazioni anche per via della lunga diatriba in corso. E a proposito della querelle sull’eredità artistica di Lucio la Veronese non deve solo far fronte alle critiche del produttore discografico milanese ma pure di quelle di Dalia Gaberscik, ovvero la figlia di Giorgio Gaber che, in quanto erede di uno dei mostri sacri della canzone italiana, ha espresso il suo punto di vista sulla vicenda pur ammettendo di non conoscere tutti i dettagli della vicenda giudiziaria: “Quando l’eredità artistica di un grande cantautore non è resa disponibile alle nuove generazioni è sempre un peccato” ha avuto modo di dire Dalia, aggiungendo che lei, in quanto figlia di un grande artista oltre che da fruitrice, desidera che le cose andassero in un altro modo e che il patrimonio di canzoni di Battisti diventasse davvero un “bene comune e accessibile a tutti”.



GRAZIA LETIZIA VERONESE, PERSA BATTAGLIA CONTRO DIFFUSIONE ONLINE DELLA MUSICA DI BATTISTI

Un importante punto esclamativo nella battaglia legale che da anni vede Grazia Letizia Veronese “difendere” lo sterminati patrimonio discografico di Lucio Battisti è arrivata in merito alla diffusione online dei 12 album che il suo ex compagno ha realizzato con Mogol: da questo autunno, infatti, i brani contenuti in quei lavori sono sbarcati ufficialmente sulle principali piattaforme di streaming quali Spotify, Apple Music e Deezer dove fino ad ora mancava proprio l’artista laziale. È probabile che presto la famiglia del cantautore insorga contro questa decisione dato che sia la Veronese sia suo figlio Luca sono da sempre contrari alla diffusione sul web della musica di Lucio mentre Mogol ha invece accolto con favore la sentenza emessa dal Tribunale di Milano. Ad ogni modo dalla pubblicazione in formato digitale sono esclusi invece i cinque dischi che hanno visto il poeta Pasquale Panella scriverne i testi e che vennero dopo la fine del sodalizio artistico di Battisti con Mogol, un tesoro dal punto di vista artistico che, se da un lato rappresenta forse la produzione meno felice o comunque più criptica dell’artista, dall’altro vede la Veronese ancora in grado di far valere i suoi diritti e non piegarsi alla loro diffusione online.