Un “tesoretto in casa”: la nipote di Grazia Prisco, l’80enne di Sarno morta nei boschi di Baiano dopo un’uscita con un amico coetaneo in Apecar e trovata 6 giorni dopo la scomparsa, avvenuta  l’11 marzo scorso, parla così di quelle che sarebbero state le notevoli disponibilità di soldi della vittima, a suo dire titolare di una pensione di circa 2mila euro mensili. Secondo l’anziano, invece, Grazia Prisco avrebbe percepito circa 1000 euro e avrebbe sostenuto una spesa di 600 euro al mese per l’affitto (mentre il proprietario dell’abitazione riferisce di un canone di 300 euro).



La pista economica nel giallo dell’Apecar sembra essere una delle traiettorie dominanti tra le ipotesi della famiglia della donna, convinta che qualcuno possa aver fatto del male a Grazia Prisco con l’obiettivo di impossessarsi del suo denaro. In passato, Grazia Prisco aveva vissuto in America e dopo aver perso marito e figlio in un incidente stradale era tornata in Italia seppur non contenta. Nella sua abitazione, dopo la morte, le telecamere de La vita in diretta, su autorizzazione dei nipoti dell’anziana, hanno ripreso uno stato di abbandono che farebbe pensare alla vita sommersa di un’accumulatrice seriale. La casa, che non è sotto sequestro, potrebbe custodire un segreto? Al momento, non sarebbero stati trovati soldi e la nipote è certa: qualcuno li avrebbe già fatti sparire.



La versione dell’amico di Grazia Prisco: “Io sono innocente, lei…”

Cosa è successo davvero a Grazia Prisco? Le indagini proseguono e sarebbero due le possibilità al vaglio: omicidio o incidente. Secondo l’amico dell’anziana, che si dice innocente rispetto alla sua morte, l’80enne sarebbe rimasta volontariamente tra le colline intorno a Baiano (Avellino) e per questo lui avrebbe deciso di lasciarla lì da sola. La nipote dell’anziana si chiede perché, in costanza dei cinque giorni di ricerche da parte di volontari e autorità, l’uomo non abbia mai parlato di questo trincerandosi nei suoi “non ricordo”.



Gli interrogativi sul decesso di Grazia Prisco insistono come pesanti ombre su una storia che sembra ancora tutta da scrivere. L’anziano ha dichiarato quanto segue sul momento in cui le loro strade, secondo la sua versione, si sarebbero separate: “Nessun incidente. Ho parcheggiato l’Apecar e siamo andati a fare una passeggiata. Quando sono sceso, il mezzo non c’era più, l’avevano rubato (…). Ho lasciato Grazia lì perché lei non voleva venire con me, me ne sono andato a piedi“. La versione dell’amico di Grazia Prisco, però, continua a non convincere i familiari della vittima e in particolare la nipote, che parla di una “paura” e di una “soggezione” della zia rispetto all’influenza dell’anziano nella sua vita. Secondo la donna, Grazia Prisco avrebbe avuto timore dell’amico e sarebbe stata “come plagiata” da lui: “Su quella montagna qualcosa è successo, lui non ha chiesto aiuto e mia zia è rimasta da sola in quel posto. E lui questo non lo ha detto, era lucidissimo. Questa è la mia rabbia, che l’ha lasciata sola per cinque notti. Non so se le ha fatto del male, ma è come se lo avesse fatto“.