Graziano Mesina potrebbe lasciare di nuovo il carcere e scontare la sua pena a casa: le sorti dell’ex primula rossa sarda sono legate a una perizia sulle sue condizioni di salute. L’uomo, condannato a 24 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, spera di riuscire a tornare nella sua abitazione di Orgosolo, in provincia di Nuoro, visto il peggioramento del suo stato di salute, che però va accertato.



Infatti, secondo quanto riporta Ansa, poche ore fa i neurologi Stefano Zago e Lorenzo Lorusso, specialisti incaricati dai giudici del Tribunale di Sorveglianza, lo avrebbero visitato nell’area clinica del carcere milanese di Opera dove l’ex bandito oggi 82enne è detenuto. Sarà loro compito stabilire se quanto evidenziato nell’istanza di domiciliari presentata dalla difesa (rappresentata dagli avvocati Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier) regge: i legali sostengono che Mesina soffra di un decadimento di natura neurocognitiva e neuropsichiatrica che, stando alla tesi difensiva, potrebbe rappresentare l’inizio di una demenza senile.



LA GRAZIA, LA LATITANZA E IL NUOVO ARRESTO, “GRAZIANEDDU” IN CARCERE SPERA NEL RITORNO A CASA

Graziano Mesina, noto alle cronache anche come “Grazianeddu“, ex primula rossa del banditismo sardo con una lunga storia criminale alle spalle, all’età di 82 anni spera di tornare ad Orgosolo, suo paese natale nel cuore dell’entroterra dell’Isola, e la sua sorte ora sarebbe appesa ai risultati della perizia medica disposta dal tribunale per capire se il suo stato di salute è compatibile con il regime carcerario o se per lui si aprirà concretamente l’orizzonte dei domiciliari. Saranno disponibili nei prossimi mesi e, stando a quanto riferito dall’Ansa, se trovasse conferma il quadro clinico prospettato dalla difesa, Mesina potrebbe continuare a scontare la pena a casa.



Mesina era uscito dal carcere di Voghera nel 2004, avendo ottenuto la grazia, ma nel 2013 era finito di nuovo in manette, per poi lasciare di nuovo il carcere nel 2019 in virtù della decorrenza dei termini. Quella per cui si procede ora, con gli accertamenti degli esperti incaricati dai giudici, non è la prima richiesta di scarcerazione. L’anno scorso, infatti, il Tribunale di Sorveglianza di Sassari aveva già respinto l’istanza dei suoi legali. La cattura di Graziano Mesina risale al dicembre 2021, a Desulo, appena un anno e mezzo dopo l’inizio di quella che, nella sua carriera criminale fatta di sequestri, arresti ed evasioni, è stata una latitanza “lampo”. Era il 2020 quando, poco prima che gli venisse notificata la condanna definitiva, si era dato alla macchia nel tentativo di sfuggire, ancora una volta, alla giustizia.