La Corte di Appello di Torino ha assolto «per non aver commesso il fatto» Aldo e Alfio Pepino, il marito e il figlio di Graziella Giraudo: in sostanza i familiari della santona “imbalsamata” per 17 anni non hanno occultato il cadavere come invece ritenevano i giudici del Primo Grado che nel 2017 condannarono gli stessi familiari per aver fatto sparire il corpo per 17 lunghi anni. La donna era morta per cause naturali e i suoi parenti avevano conservato in casa il cadavere per tutto quel tempo; «Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma per ora siamo molto soddisfatti – commenta l’avvocato dei familiari della Giraudo, Michele Forneris – È stata riconosciuta la natura istantanea del reato cioè tutto quello che è successo dopo la morte della donna, è stato giudicato non rilevante». Assolta nel processo d’Appello anche Elda Allinio, sorella del genero della ‘santona’: lei era accusata di favoreggiamento, ma il pg Giancarlo Avenati Bassi ha chiesto il non doversi procedere per prescrizione. (agg. di Niccolò Magnani)
LA SANTONA IMBALSAMATA E LE ACCUSE
Tre persone sono finite a processo per aver nascosto il cadavere della “santona” di Borgo San Dalmazzo. Graziella Giraudo, questo il nome della donna che aveva la fama di guaritrice, scomparve all’improvviso nel 1996. I conoscenti dissero che la santona, la quale riceveva visite quotidiane da mezza Italia senza farsi mai pagare, era partita per un viaggio. Nel 2013 però il mistero fu svelato: nella casa della guaritrice fu trovata la sua salma mummificata. Nessuno aveva denunciato la morte, che era avvenuta per cause naturali. Nessuno aveva neppure lucrato sulla scomparsa, ma sono comunque stati ravvisati dei reati. E dunque per quel segreto tenuto per 17 anni sono imputati tre familiari di Graziella Giraudo. A Torino si tiene infatti il processo d’appello per occultamento di cadavere. In primo grado si era chiuso con tre condanne, due patteggiamenti e tre assoluzioni. Secondo la magistratura comunque i tre familiari di Graziella erano davvero convinti che la donna potesse resuscitare.
GRAZIELLA GIRAUDO, MUMMIA “SANTONA” NASCOSTA PER 17 ANNI
Per la “santona” di Borgo San Dalmazzo erano nati gruppi di preghiera. C’era chi le attribuiva la possibilità di tornare in vita. Forse anche per questo, scrive Corriere della Sera, i familiari hanno custodito il segreto per 17 anni. Non volevano forse deludere l’affetto che aveva caratterizzato per anni la figura della donna. La salma mummificata comunque venne scoperta quando morì la coinquilina della donna. Dentro un ripostiglio chiuso a chiave della villetta venne trovato il cadavere della “santona”. Il cadavere di Graziella Giraudo era adagiato su una poltrona. Era vestita e perfettamente conservata, la mano destra era sollevata in atto benedicente. Ma chi si era occupato della “conservazione” del cadavere? Il medico legale parlò di corpo conservato con la ventilazione del locale, ma era anche indispensabile che qualcuno accudisse la salma per strapparla al corso naturale degli eventi. Le due figlie, ai tempi della scomparsa, avevan più volte provato a informarsi sulla madre, ma ricevevano dinieghi o risposte vaghe dalla coinquilina. Il caso è finito poi in tribunale.