Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, ha chiesto all’Unione Europea di “considerare seriamente” una serie di aiuti finanziari per la sua nazione per l’estensione della recinzione di acciaio che si trova lungo il confine con la Turchia, atta a respingere i migranti in arrivo dai Paesi nord africani. “Penso che sia giunto il momento per l’UE – le parole di Mitsotakis riprese da France24 rilasciate all’agenzia di stampa AFP a margine di una visita in cui è stato annunciato il progetto situato in quel di Feres, nord est della Grecia – di prendere seriamente in considerazione la possibilità di fornire fondi europei per questo tipo di progetti”.



E ancora: “Dopotutto, stiamo contribuendo alla sicurezza europea e stiamo anche contribuendo a una politica europea in materia di asilo più integrata ed efficace”. Atene ha deciso di estendere di altri 35 chilometri la recinzione in acciaio alta cinque metri che si trova lungo il fiume Evros e che segna il confine con i turchi, ed al momento il “muro” risulta essere lungo 37,5 chilometri. Obiettivo, arrivare ad una recinzione lunga 137,5 chilometri nel giro di tre anni, entro il 2026. Mitsotakis ha comunque fatto sapere che anche senza i fondi europei il progetto, per cui sono stati destinati 100 milioni di euro, proseguirà.



GRECIA, FONDI UE PER RECINZIONE CONFINE TURCHIA: “PROEGGIAMO I CONFINI…”

“Ciò che vedete è un ostacolo che il governo greco ha costruito per proteggere i confini di un Paese che è anche il confine esterno dell’Unione Europea. Sono sempre stato fermamente convinto che non possiamo raggiungere un nuovo accordo su migrazione e asilo se non proteggiamo i nostri confini esterni. E quello che stiamo facendo qui, credo sia un contributo significativo a tal fine. Quello che vedete è stato finanziato esclusivamente dal bilancio greco, dai contribuenti greci”. Il dibattito sul finanziamento della recinzione è riemerso durante il mese di febbraio a seguito di un vertice dell’Unione Europea. Fino ad oggi Bruxelles non ha concesso nuovi fondi per la costruzione di tali “barriere”.

Leggi anche

SPILLO/ Se per riscoprire i Canti Beneventani gli italiani devono andare a New York