Grecia, intercettazioni illegali: Europa chiede spiegazioni
La Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sullo spyware sta indagando sul caso delle intercettazioni illegali in Grecia. Il Parlamento ha invitato il governo greco ad indagare “con urgenza e in modo approfondito prima delle elezioni del prossimo anno” sullo scandalo delle intercettazioni illegali che sta agitando attualmente il Paese. Otto mesi prima delle elezioni legislative, previste per luglio 2023, il governo di Kyriakos Mitsotakis è stato coinvolto in un caso di intercettazioni da parte dell’intelligence greca. Al centro dell’attenzione c’è anche il primo ministro, leader del socialismo greco Festa, come spiega Le Monde.
Le vittime sono state prese di mira dallo spyware Predator. Questo consente di registrare messaggi e chiamate, comprese quelle effettuate tramite applicazioni crittografate, accedendo inoltre alle password o alla cronologia di navigazione del dispositivo. Il costo del software è stato valutato dai media greci in 14 milioni di euro. Difficile, dunque, che possano accedervi le persone, più facile che lo faccia l’intelligence greca, accusata di aver spiato 15.000 telefoni.
Grecia, visita degli eurodeputati: “Hanno negato responsabilità”
La delegazione di dieci eurodeputati in visita ad Atene non ha potuto incontrare né il Presidente del Consiglio né i vertici di Intellexa. “Finché le autorità greche non saranno disposte a condividere file e documenti ufficiali, dobbiamo costruire un puzzle con i pezzi disponibili. Per fortuna ce ne sono molti e tutti sembrano puntare nella direzione delle persone nei circoli governativi”, ha osservato l’eurodeputata olandese Sophie in’t Veld, relatrice per la commissione PEGA.
Dopo la sua elezione nel 2019, il Primo Ministro greco ha controllato direttamente l’intelligence. Ad agosto è emerso che la società Intellexa aveva legami anche con il nipote del primo ministro, responsabile del suo ufficio. Questo fu quindi licenziato insieme al capo dell’intelligence. I deputati hanno però denunciato la mancanza di trasparenza della commissione parlamentare aperta a fine agosto per indagare sulle responsabilità del Primo Ministro. Le conclusioni di questa commissione non sarebbero state rese pubbliche e “personalità chiave”, in particolare le vittime, non sarebbero state ascoltate. Sophie in’t Veld ha proseguito: “Non hanno indagato sulle filiali di Intellexa, né confiscato server o computer (…) Alcuni documenti dell’intelligence greca sono stati distrutti. A differenza di Ungheria, Polonia o Spagna che hanno ammesso di utilizzare spyware per motivi di sicurezza nazionale, la Grecia lo ha sempre negato. Il governo ha persino assicurato di voler presentare a metà novembre un disegno di legge che vieta la commercializzazione di questo software”.