Se nel mondo la tendenza degli ultimi anni è quella di comprimere la settimana lavorativa, lavorando di più in meno giorni, la Grecia sembra andare dalla parte opposta, sperimentando la cosiddetta “settimana lunga”. La novità, come riferisce il Corriere della Sera, è entrata in vigore dalla giornata di ieri, lunedì 1 luglio 2024, e prevede che i lavoratori lavorino sei giorni su sette (come fanno già in molti comunque), e con uno stipendio maggiorato.



Il bonus, secondo il quotidiano di via Solferino, arriva fino ad un interessante 40 per cento in più di stipendio nel giorno interessato, di conseguenza si tratta di un incentivo non da poco per tutti coloro che volessero appunto sperimentare la settimana lunga in Grecia. La proposta è venuta dal governo ellenico che sta cercando di superare l’ennesima crisi di lavoratori stagionali, un problema che sta affliggendo da anni anche l’Italia, soprattutto da quando è scoppiata la pandemia di covid, con enormi difficoltà nel trovare lavoratori da impiegare durante la stagione estiva in locali, ristoranti, ma anche alberghi e via discorrendo.



GRECIA, “SETTIMANA LUNGA” AL VIA: IL SESTO GIORNO COME UNO STRAORDINARIO

Ecco quindi arrivare l’idea della settimana lunga che prevede tra l’altro che il sesto giorno, qualora fosse festivo, venga pagato ancora di più del 40%, divenendo quindi una sorta di straordinario a tutti gli effetti. Si tratta di un’idea che si sta cercando di applicare in particolare ad alcuni settori come quello dell’industria, delle telecomunicazioni e del commercio al dettaglio, alla luce delle difficoltà nel trovare lavoratori che possano coprire più turni possibili.

Il quotidiano di via Solferino ricorda come la settimana di lavoro in Grecia sia già la più lunga dell’Unione Europea tenendo conto che un greco su otto lavora più di 48 ore alla settimana, quindi più di sei giorni su sette, con una media di 39,4 ore ogni sette giorni secondo i dati di Eutostat.



GRECIA, “SETTIMANA LUNGA” AL VIA: BASSI STIPENDI E POCO LAVORO

Nel contempo, altro problema ben noto, gli stipendi sono molto bassi mentre la produttività è ridotta quasi ai minimi termini, logorata da anni di crisi economica e vari interventi di Bruxelles. Dal 2019, da quando si è insediato ad Atene il governo di centrodestra, si sta cercando di riportare ai livelli pre crisi la produttività e la crescita, ma la strada è tutt’altro che facile da percorrere, e al momento non si vedono ancora i risultati sperati.

Come un gatto che si morde la coda i salari molto bassi non fanno senza dubbio da incentivi al lavoro, di conseguenza se non si trovano lavoratori la produzione si ferma e così via. Dal 2010, di fatto la Grecia è alla ricerca di lavoratori, dopo che i giovani più formati e qualificati hanno lasciato il Paese per andare a trovare fortuna in altre nazioni dove venissero meglio ricompensati. C’è poi un problema di lavoro nero nell’industria (dove gli straordinari in busta non esistono) che si spera possa essere appunto compensato con la “settimana lunga”.