Il 12 luglio, a Strasburgo, si voterà sulla cosiddetta legge Natura: si tratta di una serie di norme che renderebbero inutilizzabile almeno il 30% delle aree verdi ed eliminerebbero interventi su almeno 25.000 chilometri di percorsi fluviali. Martedì 11 ci sarà la discussione in plenaria sulla Nature restoration che impegnerà l’Europarlamento dalle 9 alle 11.50. Il progetto di legge, che rientra nel Green Deal, è stato respinto tre volte da tre commissioni parlamentari: la commissione Ambiente si sta muovendo, come spiega La Verità, per far approdare sul tavolo della plenaria di martedì un documento più mitigato approvato dal Consiglio Ue, che ha ricevuto il no dell’Italia.



Stéphane Séjourné, leader del gruppo liberale Renew Europe del Parlamento europeo, sulle pagine di “Politico” ha dichiarato che avrebbe cercato di salvare la legge proponendo un testo di compromesso, con una nuova versione più equilibrata “che garantisca l’unità del mio gruppo e allo stesso tempo possa trovare una maggioranza”. La proposta riguarda il regolamento sul ripristino degli eco-sistemi. Si tratterebbe di “una prova” con cui il leader del Ppe Manfred Weber “sta testando una maggioranza di destra all’Europarlamento, con i conservatori dell’Ecr, Id e anche parte di Renew, ormai è un gioco politico, il testo del regolamento non c’entra più nulla”.



Green Deal, i costi della Legge sulla Natura

Dal Ppe, il presidente Manfred Weber e del capodelegazione di Forza Italia all’Eurocamera, Fulvio Martusciello, hanno invitato la Commissione Ue “a ricominciare da capo” con i lavori sul testo poiché gli obiettivi di legge “vanno ben oltre i nostri impegni internazionali che abbiamo sottoscritto” e “non hanno alcuna considerazione delle conseguenze sociali ed economiche”. Tra le conseguenze più impattanti della legge ci sarebbe quella sull’inflazione alimentare, nel momento in cui i prodotti alimentari sono aumentati di oltre il 20%.



Weber e Martusciello hanno sottolineato anche come “Il dibattito, che è stato falsamente inquadrato come un’opposizione tra sostenitori e nemici della natura, riguarda in realtà l’impatto delle politiche sul cambiamento climatico sulla vita degli europei”. Per raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione, servono 620 miliardi l’anno secondo il quotidiano MF. A questi si sommeranno 92 miliardi per raggiungere gli obiettivi del Net-zero industry act. Tra il 2021 e il 2027, l’Unione europea è già pronta a spendere 578 miliardi ossia il 30% del suo bilancio, come rivela La Verità. Continuano dunque le pressioni, nonostante il progetto appaia irrealizzabile o comunque costosissimo.