Il Green Deal Europeo rischia di diventare un fallimento, gli obiettivi da raggiungere entro il 2050 sembrano irraggiungibili, secondo un’inchiesta del quotidiano Die Welt, da un rapporto che ha analizzato diverse variabili da tutti gli Stati membri e degli sforzi congiunti per la transizione energetica, non ci sono ancora risultati significativi, il progresso va troppo a rilento e l’Europa destina ancora troppi fondi per i combustibili fossili.
Il primo “campanello d’allarme” era stato lanciato proprio da Ursula Von Der Leyen, che citando un recente studio aveva evidenziato che il progetto di ristrutturazione, ambizioso piano per far diventare il continente europeo come primo al mondo per energie rinnovabili, non ha ancora sufficienti finanziamenti per sostituire il petrolio e il gas con il vento e con il sole. Il think thank di Bruxelles ha avvertito “il ritmo è troppo lento“, la neutralità climatica sarà destinata a restare un sogno, se non arriva l’impegno concreto a limitare le spese per i carburanti tradizionali e mantenere adeguati livelli di Co2, che ancora non solo sono fuori dai limiti ma aumentano.
Green Deal Eu “missione impossibile”? Appello per tagliare fondi a industrie fossili
Il Die Welt ha pubblicato un rapporto, che confermerebbe l‘allarme di Bruxelles sul Green Deal e sulla transizione energetica in Ue, che va troppo a rilento. Entro il 2050 occorrerebbe diminuire le emissioni a tal punto, che, qualsiasi attività umana non inquini. E non solo non c’è avanzamento significativo, ma per i fossili si sta arretrando. I finanziamenti dagli stati Ue destinati alle industrie del carbone e del petrolio e gas sono stati di 46 miliardi di euro nel 2022. In totale, lAgenzia internazionale per l’Energia, ha stimato che nel continente lo scorso anno siano stati spesi 90 miliardi di euro per il fossile.
Contemporaneamente, i fondi da destinare alle fonti alternative sono diminuiti, e non sufficienti a coprire un’economia che punta alle “zero emissioni”. Per questo l’appello di Pascal Lamix, ex commissario Eu è stato quello di dirottare quanto prima i soldi e prevedere una maggiore spesa per le rinnovabili “È urgente riorientare i flussi finanziari verso le tecnologie pulite, in modo che l’Europa possa raggiungere la neutralità climatica entro il 2050“.