Se il 47 per cento degli italiani si è già procurato il Green pass, c’è un 21 per cento che dichiara di non volerlo ottenere e non accetta l’obbligo del certificato vaccinale. Emerge da un sondaggio Swg per Confesercenti, condotto su un doppio campione di consumatori e imprenditori della ristorazione, che spiega come ci sia anche un 20 per cento che ha iniziato l’iter per ottenerlo.



Tra gli imprenditori di bar e ristoranti, invece, la percentuale di favorevoli al Green pass per i clienti è ferma al 53 per cento. Il 46 per cento dei consumatori ritiene che non sia corretto affibbiare l’onere del controllo del Green pass ai ristoratori. Per le imprese, ogni errore potrebbe avere “conseguenze salate”, con sanzioni onerose che arrivano fino alla chiusura del locale, spiega Confesercenti. Per questo, il 60 per cento delle attività chiede che anche in Italia, come in Francia, si preveda un periodo di transizione senza sanzioni per accompagnare almeno la fase iniziale dell’avvio dell’obbligo.



Green pass, 46% dei ristoratori vede negativamente l’obbligo

Se il 46 per cento è favorevole e il 21 contrario al Green pass, dal sondaggio emerge anche che il 46 per cento degli imprenditori del settore ristorazione teme che l’introduzione dell’obbligo “avrà un effetto negativo”, con aumento dei costi a carico dell’impresa e riduzione dei fatturati, mentre solo il 29 per cento spera in un effetto positivo. Tra i consumatori, invece, prevale l’ottimismo: il 37 per cento ritiene che il certificato vaccinale non modificherà le proprie abitudini di consumi, e un ulteriore 35 per cento dichiara che la maggiore sicurezza offerta dal Green pass lo porterà a mangiare fuori più spesso.



“L’auspicio – commenta Confesercenti – è che l’obbligo di green pass sia efficace nell’accelerare il processo di vaccinazione. Come segnala il sondaggio, però, gli imprenditori temono difficoltà, soprattutto nella fase di controllo, che li trasforma di fatto in agenti di pubblica sicurezza: un ruolo che non spetta certo loro, un punto su cui sembrano concordare anche i clienti”.