IL PIANO DEL GOVERNO PER “SALVARE” IL NATALE
Ci risiamo: anche a fine 2021 come lo scorso anno, dalle parti del Governo si sente nuovamente parlare di “piano per salvare il Natale”. In realtà però delle voragini di differenze ci sono rispetto a 12 mesi fa, a partire dai numeri del Covid: contagi, ricoveri e terapie intensive, seppur in aumento in questa “quarta ondata”, sono nettamente più bassi ai numeri dell’inverno 2020 e questo consentirà di poter tenere aperto praticamente tutto anche con l’avanzare dei contagi.
Sarà però lo strumento del Green Pass (anch’esso nuovo rispetto allo scorso anno, ndr) probabilmente a vedere modificare molte delle regole che abbiamo imparato a conoscere da giugno fino ad oggi: resterà obbligatorio per ogni lavoratore, verrà prorogato con ogni probabilità con lo slittamento dello stato di emergenza fino a marzo/giugno, ma vedrà ridurre drasticamente alcuni criteri stabiliti nell’ultimo Decreto Covid. Terza dose per tutti, riduzione dei tempi di validità e revisione delle regole per i tamponi: di questo si compone il “piano sul Natale” illustrato dal “Corriere della Sera” citando fonti vicine al Governo. Con gli ultimi studi dell’Iss che dimostrano come la protezione del vaccino anti-Covid cali fino al 50% dopo 6 mesi dalla seconda dose, il Governo corre ai ripari puntando tutto sulla terza dose (il “richiamo”): dal 1 dicembre aperta agli over 40, si punta a tutte le fasce di età da inizio 2022 (sempre che non si decida di anticipare con un’impennata dei contagi nelle prossime settimane). Resta per il momento da dirimere il “nodo” dei bambini 5-12 anni, in attesa che l’EMA si pronunci sul via libera o meno alla vaccinazione anche per i più piccoli.
COME CAMBIA IL GREN PASS: DURATA, TAMPONI, TERZA DOSE E COLORI
Il piano “salva Natale” – che come mantra ha l’obiettivo del Premier Draghi di «garantire alle imprese e alle attività commerciali di rimanere aperte» – prevede essenzialmente la riduzione, in primo luogo, della durata di validità del Green Pass: si pensa di abbassare dagli attuali 12 mesi dall’ultima inoculazione ad un range di almeno 9 mesi, evitando di arrivare a 6 mesi che complicherebbe non poco la gestione di richiami/booster con scadenze così strette. Mentre restano sempre in piedi le ipotesi di “Super Green Pass” e “lockdown per non vaccinati” sul modello dell’Austria (in sostanza certificato sanitario solo se guariti o con vaccini, senza validità per i tamponi), l’ipotesi più probabile resta quella di ridurre le validità dei test anti-Covid senza però eliminarli del tutto. Si pensa di ridurre la validità del test molecolare da 72 a 48 ore, mentre quello antigienico da 48 a 24 anche se il punto resta molto delicato in quanto i cittadini “No vax” per poter andare al lavoro hanno bisogno del tampone continuo e farlo giornaliero potrebbe scatenare un’ulteriore ondata di proteste su vasta scala. Infine, non dovrebbe mutare il sistema dei “colori” per le fasce di rischio anche nei prossimi mesi di “quarta ondata”: i parametri restano gli stessi (incidenza dei contagi settimanali e occupazione dei letti nei reparti di area medica e delle terapie intensive) mentre saranno Governatori e sindaci a poter prendere misure più restrittive con zone rosse locali qualora vi dovesse essere estremo bisogno.