Il Green pass dei dipendenti può essere controllato in anticipo dal datore di lavoro. Lo stabilisce la bozza del nuovo decreto sulle riaperture che è stata approvata dal Consiglio dei ministri. Di conseguenza, i datori di lavoro potranno chiedere in anticipo di verificare il Green pass. Nel testo si legge che “In caso di richiesta da parte del datore di lavoro, derivante da specifiche esigenze organizzative volte a garantire l’efficace programmazione del lavoro, i lavoratori sono tenuti a rendere le comunicazioni” in merito al possesso della Certificazione Covid, “con un preavviso necessario a soddisfare le predette esigenze organizzative”. Ciò vuol dire che se l’azienda, per motivi organizzativi, chiede il Green pass in anticipo ai dipendenti, allora questi devono fornirlo.
Ad esempio, questo può accadere per programmare i turni di lavoro dei dipendenti. Tale indicazione è presente nell’articolo 3 della bozza, dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 nei settori pubblico e privato”.
GREEN PASS A LAVORO E CONTROLLI
Di fatto dal 15 ottobre il Green pass diventa obbligatorio su tutti i luoghi di lavoro. Ciò vuol dire che tutti i dipendenti devono esibire la Certificazione Covid. Questa nuova disposizione, che fornisce al datore di lavoro la facoltà di controllarla prima, sta creando polemiche perché si porrebbe un problema di riservatezza tra tampone e vaccino, in quanto verrebbe vanificata. Se si è vaccinati contro il Covid, infatti, si fornisce lo stesso documento, altrimenti bisogna sottoporsi periodicamente al tampone e quindi fornire di volta in volta il certificato. Ed è questo il motivo per il quale tale disposizione rischia di creare dei problemi “organizzativi”, oltre che di privacy, ai lavoratori. D’altra parte, è pur vero che il problema della riservatezza si poneva già prima che venisse introdotta questa facoltà all’azienda, visto che il controllo del Green pass può essere periodico. La soluzione arriva dalla tecnologia: si sta lavorando, infatti, ad una app per evitare il controllo quotidiano dei Green pass dei dipendenti. A realizzarla la società Ict controllata dal Ministero del Tesoro, al vaglio del Garante della Privacy, chiamato ad esprimersi a breve.
APP RISOLVE NODO PRIVACY
Si tratterebbe della naturale evoluzione dell’applicazione Verifica C19, usata da esercenti e scuole per controllare il QrCode legato al Certificato Verde. Il datore di lavoro non può conservare i dati del lavoratore, compresa la scadenza del Green pass, perché capirebbe se è vaccinato o meno, quindi deve fare il controllo giorno per giorno. Con quest’app si risolve il problema della privacy perché il controllo avverrebbe tramite il sistema delle tessere sanitarie gestito dalla Ragioneria Generale dello Stato. Ogni tessera è legata ad un codice fiscale che contiene un codice alfanumerico in grado di rendere anonimi i dati dei lavoratori, consentendo però alle aziende di non dover verificare ogni giorno se tutti i dipendenti hanno il Green pass. Il problema sta nella comunicazione tra banche dati, non a caso il Ministero della Salute ha costruito un pacchetto di applicazioni ad accesso libero per integrare nei sistemi di controllo di accesso le funzionalità di verifica del Green pass, permettendo di interrogare semplicemente il codice fiscale del dipendente.