Nella prossima settimana il Governo inizierà la riflessione circa il possibile “ampliarsi” degli obblighi presenti con il Green Pass Covid: «In Italia abbiamo raggiunto un risultato molto importante: stiamo confermando le 500mila vaccinazioni al giorno, anzi le abbiamo tendenzialmente superate. Ma sicuramente la variante Delta ci preoccupa. Credo che si debba trovare una via italiana all’utilizzo ampio del Green Pass», lo ha spiegato la Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini a margine di alcuni incontri istituzionali presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. «Come in Francia? Non inseguiamo modelli stranieri – risponde Gelmini – ma certamente il governo valuterà di estendere l’utilizzo del Green Pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni».



Il monito della Ministra in quota Forza Italia è netto, «L’Italia non deve più chiudere: dobbiamo proseguire con il mantenimento delle riaperture, che sono il frutto di un grande lavoro. E quindi sicuramente il governo dovrà valutare l’utilizzo del Green Pass: sicuramente il governo Draghi e l’Italia saranno in grado di trovare una via italiana». Di positivo v’è che al rialzo dei contagi non segue quello di ospedalizzati e vittime, «Il vaccino si conferma un’arma vincente, molto forte nei confronti di questo virus. Ecco perché dobbiamo correre e vaccinare il più possibile». 200mila insegnanti e 2,5 milioni di over-60 “mancano” all’appello: per Gelmini, «Per evitare ulteriori chiusure, sappiamo che i danni che questo virus fa sono enormi, anche sul piano economico e sociale». Incline all’utilizzo più ampio del Green Pass anche il Presidente della Conferenza Regioni Massimiliano Fedriga, che commenta «se abbiamo creato lo strumento, sediamoci e decidiamo come utilizzarlo, anche perché non si rilascia solo dopo il vaccino, ma anche dopo la guarigione o un tampone negativo».



VERSO GREEN PASS ITALIA PIÙ AMPIO

La variante Delta e gli effetti sui numeri in Inghilterra preoccupano il Governo che nei prossimi giorni potrebbe valutare da molto vicino la linea di Macron lanciata in Francia per l’estate: obbligo Green Pass (o tampone negativo) per ristoranti, trasporti e in tutti i luoghi pubblici. Se si considera la necessità di prorogare lo stato di emergenza di altri mesi (scade il 31 luglio), la possibilità che possa essere lanciato un provvedimento ad hoc nelle prossime settimane (ordinanza o Decreto legge più che Dpcm) è allo studio del Governo: secondo le fonti raccolte dal Corriere della Sera (con la doppia firma Sarzanini & Guerzoni), già domani dovrebbe tenersi una prima riunione informale con i dati del monitoraggio Iss.



Dalla prossima settimana no, ma da quella successiva l’ipotesi delle zone gialle diverrebbe realtà in almeno 4-5 Regioni, sempre che non vengano accolte le richieste dei territori (e della Lega) di modificare i parametri non puntandoli più sul numero dei contagi ma su quello di ricoveri e ospedalizzazioni. La prossima settimana è invece convocata la cabina di regia a palazzo Chigi che potrebbe prendere le decisioni in merito al nodo vaccini-Green Pass-restrizioni, con il modello francese da valutare nel dettaglio.

TUTTE LE IPOTESI SUL TAVOLO DEL GOVERNO

Tra le principali ipotesi allo studio del Governo Draghi vi sarebbe il rilascio del Green Pass solo dopo la seconda dose oltre a renderlo obbligatorio per molti più eventi di quelli previsti oggi (banchetti di nozze e grandi concerti): si valuta l’obbligo per l’ingresso negli stadi e in generale nelle competizioni sportive con ampio pubblico, poi l’estensione/aumento della capienza dei mezzi pubblici (treni, metro e bus) se in presenza di Green Pass, con però l’inevitabile problematica sui controlli da effettuare, tutt’altro che elemento semplice da organizzare. Con il Green Pass “rinnovato” si punta a organizzare una sorta di “rete di protezione” che possa reggere l’eventuale urto della variante Delta tra agosto e settembre: in quest’ottica, la proroga dello stato d’emergenza – secondo le fonti del CorSera – sarebbe di almeno due mesi, in modo da organizzare l’ultima fase dalla campagna vaccinale (in attesa del via libera sulla terza dose) e il rientro dei ragazzi a scuola da settembre. Al momento non vi è l’intenzione di voler seguire il modello Macron sull’ingresso in bar e ristoranti, specie dopo il durissimo monito lanciato ieri dai rappresentanti degli esercenti Fipe-Confcommercio, «La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l’immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie».