E’ scontro fra virologi per quanto riguarda la durata del green pass. Da una parte c’è la schiera di chi vorrebbe protrarlo oltre lo stato di emergenza, quindi anche per tutta la primavera prossima, e l’estate, e ovviamente in autunno, dall’altra c’è chi pensa che il passaporto vaccinale debba essere abolito il primo possibile se i contagi dovessero di fatto azzerarsi.



Di questa seconda branchia fa parte Matteo Bassetti, che dopo aver esternato la sua posizione in merito al Green pass stamane a Mattino 5, ha ribadito il concetto all’Adnkronos, invitando ad una protesta di piazza nel caso in cui le cose non dovessero cambiare nei prossimi mesi: “Se il Green pass è stato messo per far vaccinare la gente – le parole del direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – e io l’ho sempre sostenuto per questo, allora dovrebbe esaurire il suo compito, se invece il Green pass è stato messo per altro allora devono spiegare ai cittadini la ragione per cui l’hanno messo. Io da medico, oltre il 31 marzo non lo sostengo. Quindi sarà una decisione politica, non sanitaria e dovranno spiegarlo agli italiani. Però a quel punto non ci sarà soltanto chi c’è stato fino ad oggi in piazza, ma ci saranno tutti perché non avranno più nessuno che li difende”.



GREEN PASS IN ESTATE, RICCIARDI: “GIUSTISSIMO, CI HA PORTATI FUORI DALL’EMERGENZA”

La pensa invece diversamente Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. Il professore di Igiene all’università Cattolica di Roma si è schierato a fianco di Locatelli dicendo: “Giustissimo prorogare il sistema del Green pass oltre l’estate. Dobbiamo ricordare che se siamo oggi in questa situazione di miglioramento dei dati, ciò è dovuto a due elementi: le vaccinazioni e il certificato verde”.

“Se vogliamo proseguire sulla strada che ci permette di fare ormai quasi tutto – ha continuato – dobbiamo mantenere questi due importanti perni su cui si è fondata la nostra strategia”. Ricciardi ha anche voluto ricordare che l‘uscita dalla quarta ondata è stata “meno invasiva di quella adottata in altri Paesi, dove ci sono stati lockdown, obblighi vaccinali eccetera. Ora – conclude – è opportuno non abbassare la guardia e mantenere i due ‘perni’ che ci hanno aiutato”.