Arrivano nuovi aggiornamenti sul confronto tra sindacati e imprese sul green pass a lavoro. Questa mattina i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato Carlo Bonomi (Confindustria) e Maurizio Casasco (Confapi): Landini, Sbarra e Bombardieri hanno chiesto alle aziende di farsi carico dei tamponi per i lavoratori e, ancora, di non licenziare nessuno, anche chi non fa il tampone. Netto Bonomi: “Sicuramente il tampone non può essere a carico delle imprese”.



Le imprese hanno passato la palla al governo, ma su una cosa sono tutti d’accordo: deve essere l’esecutivo di Mario Draghi ad assumersi la responsabilità di sancire l’obbligo vaccinale per tutti per legge. Bonomi ha ricordato il tavolo in programma giovedì con protagonista il governo: “Laddove si dovesse decidere per l’obbligo del green pass a lavoro e le parti sociali trovassero un’intesa, io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio e del possibile accordo tra noi ed i sindacati. A quel punto il governo potrebbe pensare di fare un’operazione di utilità sociale e di potersi far carico dei tamponi”. (Aggiornamento di MB)



CONFRONTO SINDACATI-IMPRESE SU GREEN PASS LAVORO

Sarà una giornata cruciale per il tema del Green Pass esteso anche ai lavoratori, visto l’ormai imminente nuovo Decreto a cui sta lavorando il Governo Draghi per il prossimo mese di ottobre: in attesa della Cabina di regia convocata per giovedì prossimo, oggi alle ore 18 i sindacati incontreranno i vertici di Confindustria, mentre alle ore 20 sarà la volta dei leader di Confapi. Il doppio tavolo voluto da sindacati e imprese metterà al centro il nodo del certificato verde da “estendere” a tutti i lavoratori del settore pubblico (ormai scontato dopo il via libera di Draghi e Brunetta, ndr) e privato, ma sarà anche l’occasione per iniziare a parlare di obbligo vaccinale con i leader di Cgil, Cisl e Uil che già si sono espressi a favore.



Dopo le parole molto dure espresse la scorsa settimana dal n.1 di Confindustria Carlo Bonomi – che accusava i sindacati di «fuga dalla responsabilità» sul tema vaccini – le sigle nazionali hanno reagito parlando di «scarso impegno per la vaccinazione in azienda»: poi però Draghi in conferenza stampa ha dettato la linea spiegando come il Governo procederà gradualmente con l’estensione del Green Pass a diverse altre categorie (lavoratori in primis) e anche con l’obbligo del vaccino qualora le condizioni epidemiologiche dovessero peggiorare nei prossimi mesi (e qualora l’Ema darà pieno riconoscimento al vaccino come farmaco tout court). A questo punto, improvvisamente, la convergenza di temi e urgenze ha portato in poco tempo sindacati e imprese a riaccendere il dialogo e impostare il doppio confronto per questa sera.

GREEN PASS AL LAVORO, COSA POTRÀ CAMBIARE

Già nella lettera degli scorsi giorni inviata al Premier Mario Draghi dai leader Landini (Cgil), Sbarra (Cisl) e Bombardieri (Uil) veniva espressa la linea unica del sindacato generale per l’obbligo vaccinale a tutti i cittadini, non solo i lavoratori, a partire dai prossimi mesi: secondo l’Agenzia ANSA, tra i temi al centro del confronto odierno ci sono oltre alle questioni dell’occupazione e dello sviluppo anche l’obbligo vaccinale e il pass sui luoghi di lavoro. Le aziende premono per l’estensione del Green Pass alle proprie categorie, mentre i sindacati temono che le stesse imprese una volta introdotto il certificato obbligatorio abbassino in qualche modo la “guardia” sui protocolli anti-Covid e così chiamano in causa il Governo per intervenire con una decisione meramente politica. In sintesi, parte dei sindacati – Cgil sui tutti, Cisl invece più possibilista – preferisce l’inserimento dell’obbligo vaccinale per legge piuttosto che l’utilizzo del Green Pass. Al momento però l’indirizzo dato da Draghi è quello di estendere il certificato obbligatorio per dipendenti pubblici e per tutte le categorie di lavoratori dove esso è già previsto per i clienti (bar, ristoranti, locali, cinema, trasporti a lunga percorrenza). Sul fronte imprese invece il Governo spera che l’accordo si possa trovare direttamente al tavolo di oggi, ma non sono esclusi ulteriori discussioni nei prossimi giorni financo ad una scelta in ultima analisi pienamente politica che l’esecutivo sembra comunque in procinto di prendere.