Sancite le norme sul green pass, ma come funzionerà per i minorenni? La Verità, con il direttore Maurizio Belpietro, ha acceso i riflettori sulle decisioni del governo ed ha parlato senza mezzi termini di «pasticcio». Al momento, infatti, a milioni di giovani tra i 12 ed i 18 anni verrà impedito di andare eventi, ristoranti e palestre senza un tampone ogni 48 ore. L’alternativa è l’esclusione sociale…



C’è un dettaglio che Belpietro mette in risalto nel corso del suo articolo: secondo diversi esperti, i rischi del vaccino per i giovani sono simili alla probabilità di avere una forma grave di Covid, ovvero bassissimi. Anche per questo motivo diversi Paesi, basti pensare a Germania e Gran Bretagna, hanno deciso di non dare il via libera alla somministrazione del farmaco ai minorenni. E di certo non sono nazioni che scelgono intenzionalmente di mandare i giovani al massacro…



GREEN PASS MINORENNI, LA PROVOCAZIONE DI BELPIETRO

Il dibattito sul green pass ai minorenni è destinato a scatenare polemiche anche nel corso dei prossimi giorni, anche se l’Ema ha confermato che si può procedere a iniettare Pfizer anche ai minorenni. Non mancano però le voci dissonanti: «Nel complesso, il numero di morti in Germania non è motivo di preoccupazione. In tutta la pandemia, tra bambini e adolescenti, sono quattro le morti registrate a causa del Covid, mentre nove sono deceduti a causa della classica influenza», le parole di Joerg Doetsch, presidente dei pediatri tedeschi. Anche in Italia, inoltre, diversi esperti hanno chiesto un approfondimento prima di procedere con la vaccinazione dei 12-18enni, come il virologo Francesco Broccolo ed i ricercatori del Mario Negri. Maurizio Belpietro ha chiuso il suo intervento con una provocazione, considerando che tra pochi giorni milioni di adolescenti rischiano di essere privati dei diritti riconosciuti ad altri, in quanto in gran parte non vaccinati: «Che facciamo con loro? Mettiamo una ciotola fuori dal ristorante mentre i genitori pranzano dentro?».

Leggi anche

POVERTÀ E DIVARI TERRITORIALI IN UE/ I numeri di Eurostat che bocciano i fondi a pioggia