“Il governo corre zero rischi”: sono queste parole, pronunciate da Matteo Salvini, che vanno tenute come bussola per orientarsi nella convulsa giornata politica di ieri. La Lega ha ritirato gli emendamenti proposti all’Aula parlamentare, come del resto hanno fatto tutti gli altri partiti della maggioranza. La mossa ha consentito al governo di non mettere la fiducia sulla legge che estende l’impiego del green pass. Questo è il dato politico: Salvini non mette a rischio la stabilità del governo Draghi. La fiducia sarebbe stata una dimostrazione di debolezza: la si chiede quando – paradossalmente – non si ha fiducia che tutti i componenti della coalizione facciano il loro dovere. Nel caso specifico, l’attuale maggioranza rappresenta il 75 per cento delle Camere. E non sarebbe stata certo una gran bella figura per un governo essere costretto ad ammettere il timore di finire sotto pur potendo contare su numeri potenziali così massicci.
“Non è mai stata in discussione la nostra fiducia al governo e a Draghi”, ha ribadito il segretario leghista. Enrico Letta dice che la Lega è “irresponsabile e inaffidabile per il governo”. Sono parole che mancano il bersaglio. Ma in campagna elettorale bisogna comunque difendere la posizioni, come del resto faranno tutti i partiti di qui al voto amministrativo del 3 e 4 ottobre prossimi. Anche la strategia della Lega si inserisce in questa prospettiva.
Detto questo, e salvaguardato il quadro di riferimento, Salvini ha comunque mandato un segnale all’esecutivo dicendosi pronto “a valutare gli emendamenti di Fratelli d’Italia. Il Parlamento è fatto per parlare e per discutere. Se ci sono emendamenti che noi condividiamo, da chiunque arrivino, noi li sosteniamo”. I sorrisi e gli abbracci tra Salvini e Giorgia Meloni fotografati a Cernobbio in un’occasione informale come è il forum Ambrosetti si trasferiscono nel cuore dei palazzi del potere.
In sostanza, la Lega ritirando i propri emendamenti ha tolto il governo dall’imbarazzo di dover mettere la fiducia. Ma non ha rinunciato a spostare il confronto sulla sostanza dei singoli provvedimenti: per esempio, la Lega insiste nell’opporsi all’obbligo del certificato verde nei ristoranti al chiuso o per i minorenni. Si vedrà. Nel frattempo l’avvertimento al governo è chiaro. In un governo così ampio la mediazione non è un optional. Soprattutto alla vigilia di un appuntamento elettorale molto importante.
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