Da venerdì 15 ottobre il Green Pass sarà obbligatorio per accedere a qualsiasi luogo di lavoro, sia esso privato in azienda o nelle pubbliche amministrazioni: entra infatti in vigore sia il Decreto promulgato a settembre dal Governo Draghi, sia le regole implementate dagli ultimi due Dpcm siglati dal Premier nella giornata del 12 settembre. Con un Paese sempre più spaccato tra “vaccinati” e “No Pass” – con il rischio tra l’altro di paralisi per i settori della logistica e l’autotrasporto che hanno già minacciato scioperi e ritorsioni qualora non cambiassero le norme – la normale quotidianità lavorativa verrà “rivoluzionata” dall’obbligo di Green Pass per dipendenti, privati, autonomi e pure smartworkers.



«Oltre ai lavoratori dipendenti della singola amministrazione, sono soggetti all’obbligo i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti», chiarisce il Dpcm che regola le nuove norme sul Green Pass dal 15 ottobre 2021. Nel caso in cui la certificazione dovesse mancare o non essere regolare, il lavoratore verrà considerato assente ingiustificato e sarà subito sospeso al pagamento dello stipendio; non è previsto però alcun provvedimento-sanzione disciplinare.



DPCM E REGOLE GREEN PASS DAL 15 OTTOBRE: LE FAQ

Nelle FAQ pubblicate giovedì dal Governo in merito alle nuove regole sul Green Pass al lavoro, nelle aziende i controlli sul certificato verde saranno in forma autonoma: il suggerimento dato è che questi avvengano al momento di accesso alla sede di lavoro, anche se non è escluso che avvengano anche nel corso della giornata lavorativa. Il tutto cercando di evitare ritardi o lunghe code all’ingresso e che vengano individuati con atto formale i soggetti incaricati della verifica. Per i lavoratori della PA, il controllo avverrà su base giornaliera in forma generalizzata o a campione; i lavoratori autonomi sono tenuti ad avere il Green Pass anche se i clienti (di rider, taxi, idraulici etc.) non possono richiedere l’esibizione del certificato. Gli strumenti per la verifica del Green Pass avverrà con l’app VerificaC19, ma non solamente: si legge nelle FAQ, «ai sistemi di rilevazione delle presenze o della temperatura potrà essere integrata una funzione di lettura del Qr code della certificazione verde. Negli ambienti di lavoro con oltre 50 dipendenti, il controllo può avvenire attraverso l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC». Per i datori di lavoro che verranno pizzicati a non controllare i Green Pass dei propri dipendenti possono scattare sanzioni dai 400 ai 1000 euro: «non è consentito conoscere i presupposti dietro al rilascio del green pass, né la scadenza e non è consentito richiedere copia delle certificazioni da controllare», men che meno dei QR code. Gli unici esenti dall’obbligo di Green Pass sono coloro che presenteranno regolare certificato medico che attesti i comprovati motivi di saluti per l’esenzione al vaccino anti-Covid19.

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