No al Green Pass, o forse sì. Con il decreto legge 2 marzo 2024 n. 19, contenente “ulteriori disposizioni normative per l’attuazione del Piano nazionale di ripartenza e resilienza”, si legge che per far fronte a future pandemie ed eventuali emergenze sanitarie e per agevolare il rilascio e la verifica di certificazioni sanitarie digitali aderenti alla rete di certificazioni Oms, venga utilizzata la piattaforma nazionale “digital green certificate” predisposta con il decreto legge 22 aprile 2021 n. 52, poi convertito in legge il 17 giugno 2021.
Tale articolo, che nel decreto legge del 2 marzo 2024 è il numero 43, in sede di conversione in legge da parte del Parlamento Italiano è stato cambiato con un emendamento modificativo: sono stati infatti tolti i riferimenti alle possibili emergenze sanitarie, alle certificazioni sanitarie digitali dell’Oms e alla Piattaforma nazionale, stabilendo l’aggiornamento del fascicolo sanitario elettronico. Il nuovo testo dell’art. 43, comma 1, prevede che con un decreto del ministero della Salute siano individuate “le modalità tecnologiche idonee a garantire il rilascio e la verifica delle certificazioni sanitarie digitali, in conformità alle specifiche tecniche europee ed internazionali”.
Green Pass, nel decreto “formulazione vaga”
La nuova versione dell’articolo 43, dopo l’emendamento modificato, ha tolto ogni riferimento alle future emergenze sanitarie e al sistema del “green pass globale” proposto dall’Oms, la cui adesione è su base volontaria. Secondo La Verità, però, non viene meno la volontà di emettere certificati digitali conformi a specifiche tecniche europee e internazionali. Nell’articolo, inoltre, viene utilizzata una formulazione vaga e generica che in futuro potrà essere adattata a qualunque contenuto.
Rimangono, dunque, alcuni quesiti in merito a tali certificati. In primis, chi sarà chiamato ad emetterli, attraverso quale piattaforma ma soprattutto con quali modalità? Tutto ciò ancora non è stato reso noto. Il nuovo articolo 43, comma 1, così come riformulato, manca di tassatività, come scrive Daniele Trabucco, professore di Diritto Costituzionale presso SSML, Istituto di Grado Universitario San Domenico di Roma.