Tra le nuove norme varate dal Governo per contenere l’avanzata della variante Omicron compare anche l’obbligo di esibire il Green pass base per accedere ai negozi e ai centri commerciali. La misura, che entrerà in vigore dal 1° febbraio, potrebbe però provocare il caos nella grande distribuzione e questo perché l’imposizione non riguarda i punti di vendita alimentari e le farmacie. Un guaio per supermercati e ipermercati che potrebbero trovarsi in difficoltà nel far applicare una disposizione richiesta solo per l’acquisto di alcune tipologie di prodotti e non per altri.
La prospettiva è dunque da evitare, come conferma il presidente dei Federdistribuzione, Alberto Frausin, che, in un’intervista rilasciata al Messaggero, non nasconde la propria preoccupazione: “Non vorrei ci si trovasse a dover gestire l’eventuale controllo del green pass in base alle casistiche di cosa i clienti acquistano”. E da qui l’appello alle istituzioni: “Mi aspetto regole chiare e molto facili da applicare, che non abbiano poi interpretazioni diverse a livello locale. Le imprese della Gdo sono infatti presenti in tutto il territorio nazionale e vorrei evitare situazioni in cui ogni singola autorità locale applichi le norme in modo diverso”.
Inflazione in crescita
Quello del certificato verde non è però l’unico fronte caldo sul tavolo di Federdistribuzione. Sotto i riflettori infatti c’è anche il rialzo dell’inflazione che, secondo i dati diffusi da Istat relativi ai prezzi al consumo di dicembre, registra un rialzo dell’indice generale del 3,9%. A trainare la crescita sono soprattutto i beni energetici, al centro di una fiammata del 29,1%, ma neppure il “carrello della spesa” è esente da aumenti, con una variazione verso l’alto che si assesta su base annua al 2,4%.
“Con i dati di dicembre – afferma Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Relazioni con la Filiera e Ufficio Studi di Federdistribuzione – si chiude il consuntivo di un anno in cui l’inflazione ha ripreso a farsi sentire, con effetti già considerevoli sull’economia reale e sulle famiglie italiane”. E questo nonostante l’impegno delle aziende della distribuzione che “negli ultimi mesi – nota Buttarelli – hanno messo in campo tutti gli strumenti a disposizione per mitigare la spinta inflattiva ottenendo, come importante risultato, il contenimento del livello del ‘carrello della spesa’ che si conferma al di sotto del dato complessivo”.
In prospettiva però il dossier resta critico. “L’inflazione che stiamo registrando – spiega Buttarelli – è generata da aumenti diffusi dei costi delle materie prime a livello internazionale, che saranno difficilmente gestibili a lungo senza una strategia condivisa a livello di filiera e di concerto con le istituzioni”. Occorre insomma ragionare in ottica di sistema. “Il Paese vive un momento di congiuntura favorevole, ma ancora fragile; serve uno sforzo collettivo per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie e dunque di tutta l’economia” dice Buttarelli, che aggiunge: “Da parte nostra, l’impegno resterà alto, prestando un’attenzione vigile sulla portata degli aumenti che, nel corso di quest’anno, auspichiamo possano invertire la tendenza, assestandosi su livelli più accettabili”.
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