Invitati a Palazzo Chigi da Mario Draghi per discutere di Green pass, i sindacati fissano i loro paletti: va bene il certificato verde, ma non sia uno strumento per discriminare, ovvero per licenziare o demansionare i dipendenti. I leader di Cgil, Cisl e Uil a confronto con il premier spiegano che, a loro dire, “per introdurre l’obbligo vaccinale e il green pass obbligatorio serva una legge“. Come riportato dall’AGI, i tre segretari generali si sono trovati d’accordo nell’ossservare: “Se ci fosse una legge questa non dovrà comunque portare a licenziamenti nei luoghi di lavoro ne’ essere discriminatoria con demansionamenti“. L’incontro a Palazzo Chigi è stato anticipato da un siparietto: prima di salire al piano nobile della Presidenza, ai tre leader sindacali Bombardini, Landini e Sbarra è stato fatto il tampone nonostante avessero il green pass. Incontrato Draghi, i tre hanno osservato: “Se il green pass è così decisivo, perché ci avete fatto il tampone qui a palazzo Chigi e non ci avete fatto salire direttamente?“. Il premier avrebbe dato sostanzialmente ragione all’appunto dei sindacalisti.



LANDINI, “PER OBBLIGO GREEN PASS SERVE UNA LEGGE”

Maurizio Landini, leader della Cgil, ha riassunto così la posizione dei sindacati: “Siamo a favore di una campagna di vaccinazione più estesa possibile. Nulla in contrario sul piano del principio all’estensione del green pass come strumento che certifica l’uso del vaccino” ma non da utilizzare a fini discriminatori. Landini ha aggiunto: “Non ci può essere un accordo sindacale che sancisce un obbligo. Per medici e infermieri è stata fatta una legge. Le leggi spettano a Parlamento e Governo“. Dello stesso avviso il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, secondo cui da parte dei sindacati “ci sono la disponibilità e la volontà ad aprire un confronto con le associazioni datoriali e con lo stesso governo nella prospettiva di migliorare e rafforzare i contenuti degli accordi che abbiamo sottoscritto per contrastare il Covid nei luoghi di lavoro e sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro. Noi pensiamo che il Covid si contrasta con una grande campagna di vaccinazione. Per questo siamo impegnati a sostenere con i lavoratori la necessità di vaccinarsi. Quindi abbiamo confermato la disponibilità a non sottrarci al confronto per soluzioni condivise“.



DRAGHI-SINDACATI: NUOVO INCONTRO A FINE MESE

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri: “Richiamiamo in modo forte l’accordo sulla sicurezza perché anche con il secondo vaccino non verrebbero meno gli elementi che impongono all’interno delle aziende i dispositivi di protezione individuale, il rispetto dei protocolli. Noi siamo vaccinati, sostenitori del green pass per il tempo libero, ma il diritto alla salute e al lavoro sono principi garantiti dalla Costituzione sui quali bisogna intervenire con grande delicatezza, senza forzature da una parte e dall’altra“. Maurizio Landini ha poi aggiunto che il Governo organizzerà a fine agosto-inizio settembre un apposito incontro con le organizzazioni sindacali per discutere di salute e sicurezza, ritiro del blocco dei licenziamenti, investimenti e Pnrr. Sul green pass, invece, riporta ancora Agi, “Draghi si è riservato di fare le sue valutazioni. Non va dimenticato che tra chi non si vaccina ci sono anche i fragili” e che “i lavoratori hanno mandato avanti l’Italia anche senza vaccini. Forzature sarebbero controproducenti. Mi auguro che il Governo deciderà di ascoltarci“.

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