BLOCCO ITALIA, LA “MINACCIA” DI PORTI E TIR

Sciopero, blocco totale, paralisi logistica e scontro tra “democrazia” e “dittatura”: c’è tutto questo nelle ore convulse che sta vivendo il Paese, da Trieste fino a Palermo, i porti marittimi e commerciali in prima fila per la maxi-protesta contro l’introduzione dell’obbligo di Green Pass da domani. Come noto infatti, dal 15 ottobre fino al 31 dicembre ogni cittadino per poter lavorare ha l’obbligo di presentare il certificato verde Covid-19, ma proprio queste nuove regole hanno portato negli ultimi giorni un livello di tensione sociale difficilmente raggiunta anche durante i mesi più duri dell’emergenza pandemica.



Dagli scioperi degli scorsi giorni alle scene di violenza avvenute a Roma lo scorso weekend, fino alla minaccia di blocco totale imposta dai portuali di Trieste e Genova, con possibili ritorsioni anche in altre zone del Paese: la situazione è tutt’altro che serena e nella giornata di domani si potrebbe assistere ad una rinnovata tensione sociale in diverse città. Operatori del porto e camionisti l’hanno detto nero su bianco: «Blocchiamo tutto, il governo deve rendersi conto. Stanno perdendo il contatto con la realtà», ha detto Stefano Puzzer, portavoce dei portuali locali triestini a “Non è l’Arena”, «Abbiamo parlato con i colleghi degli altri porti, si vedrà venerdì. Noi abbiamo chiesto un appuntamento al prefetto, speriamo che il governo cancelli il decreto. Io sono vaccinato, ma non posso accettare di lavorare tranquillamente mentre miei fratelli, che hanno condiviso questi due anni con me, debbano stare a casa». Secondo Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, la situazione rischia di salvare di mano: «Quando avevamo oltre 900 morti al giorno e un tasso di positività del 4,6% trovammo una soluzione per non bloccare i trasporti: se ha funzionato allora, perché oggi i trasportatori dovrebbero essere portatori del virus ed essere obbligati ad usare il Green pass?».



CAOS GREEN PASS, COSA PUÒ SUCCEDERE

Il nodo resta il costo dei tamponi per poter avere il Green Pass qualora non si è vaccinati: il Governo esclude di rendere la misura gratuita per tutti, anche se Draghi in colloquio con i sindacati nella mattinata di giovedì ha promesso che domani in Consiglio dei Ministri si valuterà l’ipotesi di ridurre ancora il prezzo dei testi anti-Covid. Di contro, le sigle nazionali chiedono che in alternativa siano le aziende a doversi occupare del costo dei tamponi, ma anche qui i problemi e l’organizzazione rischia di dover saltare già il primo giorno dell’entrata in vigore del decreto Green Pass. Un blocco totale però potrebbe essere all’orizzonte se lo sciopero annunciato da molti settori per la giornata di domani (e di durata 5 giorni, subito vietato dall’autorità di garanzia scioperi) dovesse realmente andare in porto: con merci marittime e autotrasporti “fermi”, il rischio della “serrata nazionale” è dietro l’angolo: «Non è possibile pensare di sostituire il trasporto su gomma con le altre modalità. C’è il rischio di iniziative spontanee e violente? Il rischio c’è, noi facciamo di tutto perché questo non avvenga, mobilitiamo i nostri rappresentanti perché spieghino che con la violenza non si risolve niente. Occorre però, da parte di chi governa il paese, più ascolto, più umiltà e più capacità di comprendere i problemi reali», conclude Uggé a Rai News24.



IL RISCHIO SCAFFALI VUOTI

Le principali conseguenze del blocco logistico arriverebbero nel giro di pochi giorni sull’economia reale dei singoli cittadini: «Se non si troveranno soluzioni condivise sull’obbligo del Green pass, gli effetti sul sistema della logistica saranno tali che l’ipotesi che gli scaffali dei supermercati restino vuoti e che le imprese restino senza materie prime e semilavorati non è remota, è uno scenario possibile», denuncia con forte preoccupazione Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, sentito da Adkronos. Una possibile “schiarita” viene offerta dai lavoratori in protesta a Trieste nel pomeriggio di giovedì: «sciopereranno fino a quando non verrà tolto l’obbligo del Green pass per accedere al lavoro», spiega il direttivo del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste Alessandro Volk, aggiungendo «Se il governo dovesse posticipare l’obbligo del Green pass, in quel caso prenderemmo nota e ci adegueremmo, non avrebbe senso venerdì bloccare il porto. Se ad esempio il governo proponesse una proroga al 30 ottobre sarebbe una mossa intelligente per prendere un po’ di tempo e trovare poi una soluzione».