È stata convocata per giovedì pomeriggio la Conferenza delle Regioni per formalizzare le proposte da portare al Governo sul tema Green Pass e misure di contenimento anti-Covid: con la quarta ondata in crescita, salgono anche le richieste dei Governatori che vogliono “restrizioni più rigide” per far fronte all’avanzare dei contagi, mentre in parallelo scattano su larga scala le somministrazioni alla terza dose di vaccino anti-Covid.



«Io sono su questa linea, la piu rigorosa che ci possa essere, se non si fa così fra qualche settimana torniamo in lockdown e poi sarà troppo tardi», spiega il segretario del Pd Enrico Letta appoggiando la richiesta di Fedriga, Fontana, Zaia, De Luca, Toti sulla necessità di aggiungere norme anti-contagio. «Non tanto penalizzare i no vax, quanto premiare chi si è vaccinato», è la riflessione fatta dalle Regioni in vista della Conferenza di domani. Non quindi un “lockdown per non vaccinati” tout court, ma piuttosto una possibile stretta solo per zone rosse e/o arancioni. Sembra invece quasi certa l’adozione del Green Pass a “soli” 9 mesi e non più 12, seguendo gli studi ISS che certificano il calo drastico della protezione vaccinale dopo 6 mesi dall’ultima dose.



GREEN PASS, NO MODELLO AUSTRIA MA…

Non ci sarà un “modello Austria” per l’Italia, ma qualcosa sul fronte Green Pass e restrizioni anti-Covid potrebbe cambiare da qui a Natale: con la consueta (e rinnovata dopo mesi di low profile) anticipazione-indiscrezione sul “Corriere della Sera” della coppia Sarzanini-Guerzoni, le fonti di Governo fanno sapere che è allo studio un’ipotesi di riduzione della durata di validità del certificato verde. Non solo, seppur non seguendo appieno il modello “2G” (solo vaccinati “geimpft” e guariti “genesen”) vi potrebbero essere alcune riduzioni di libertà per i “no vax” solo in alcuni frangenti e con specifiche aree di rischio.



«Siamo ancora dentro una sfida non risolta, come dimostrano i numeri.Sarebbe un grave errore abbassare la guardia», ha spiegato stamattina il Ministro della Salute Roberto Speranza ad un convegno della Federazione dei medici FNOMCeO. Poco prima era stato però il suo consulente al Ministero, Walter Ricciardi, a sostenere che alcune misure andranno introdotte seppur bocciando l’ipotesi di “lockdown” per i non vaccinati: «Non ne abbiamo bisogno. Spero ci siano spazi per convincere le persone, anche irrigidendo le misure per il Green pass. Obbligo vaccinale? Nessuno ci pensa».

COME POTREBBE CAMBIARE IL GREEN PASS?

Ma allora come potrebbe davvero cambiare il Green Pass? Stando alle indiscrezioni raccolte dal “CorSera”, Draghi starebbe meditando di tenere quasi del tutto intatta la struttura delle regole anti-Covid anche nei prossimi mesi con alcuni dovuti accorgimenti ancora allo studio. In primis, le eventuali restrizioni potrebbero scattare solo in fascia arancione o rossa e solo per i non vaccinati: in questo modo verrebbero parzialmente accolte le richieste di molti Governatori (Friuli, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) limitando gli accessi ai locali e luoghi non di prima necessità – dunque ristoranti, alberghi, cinema, teatri, stadi, etc. – solo a guariti o vaccinati. Nei prossimi giorni il Cts tornerà a riunirsi per valutare l’eventualità di ridurre il Green Pass a 9 mesi, addirittura fino a 6 eliminando la validità di un anno attualmente in vigore. Con lo Stato di Emergenza che quasi certamente verrà prorogato per altri mesi (scade il 31 dicembre, si può prorogare fino massimo al 30 gennaio e poi vanno cambiare le norme di legge per ulteriori estensioni), il “nodo” dei tamponi resta quello più spinoso: con la comunità scientifica non unitaria nel definire “incerti” gli esiti dei tamponi, non viene presa in considerazione l’ipotesi di eliminarli del tutto dal Green Pass. Si valuta allora di ridurre da 72 a 48 ore la validità per i tamponi molecolari, da 48 a 24 per quelli “rapidi” antigenici.