Presentato al Sundance e al Locarno Film Festival, nonché vincitore di due premi all’Atlanta Film, Greener Grass è approdato anche al Torino Film Festival 37 nella sezione Afterhours. Diretto da Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe – che sono anche le due protagoniste – il lungometraggio si candida a diventare una pellicola cult: da tempo non assistevamo a un film così assurdo e (fortunatamente) con una sua logica. Jill e Lysa sono due amiche, le cosiddette soccer mom, che vivono in una comunità di un quartiere residenziale periferico sui generis. Nel corso di una partita di calcio dei due figli, Jill decide di donare la figlia neonata all’amica in un atto di gentilezza. Nel mentre, la comunità è turbata da un brutale omicidio e il killer gira indisturbato per le vie della zona…



Tratto da un cortometraggio del 2015, Greener Grass non ha un genere d’appartenenza: è in bilico tra la commedia e l’horror, con un forte dosaggio di surreale. In un’atmosfera vagamente retrò, ci troviamo di fronte a una comunità a dir poco originale: le famiglie vanno in giro con delle golf cart, donne e uomini sono vestiti con abiti color pastello e portano l’apparecchio ai denti, tutti si sforzano a rispettare un manifesto di gentilezza, tendente allo psicotico. Senza dimenticare strani eventi allucinatori e metamorfosi semi-simboliche. Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe rileggono e portano nel 2019 il teatro dell’assurdo, con siparietti e sketch che spiazzano lo spettatore. La scena iniziale è emblematica: Jill, mossa da uno strano bisogno di compiacere le persone, decide di donare la figlia all’amica come se si trattasse di un vecchio cellulare e senza consultare il marito (Beck Bennett).



Una satira suburbana che mette nel mirino la cultura oppioide americana contemporanea, una critica acuta che passa attraverso anche snodi secondari come le pubblicità televisive false: gli spot di cibo per neonati “fin troppo” bio, il format “Bald Men and Bouquets” o ancora il programma “Kids with knives”. Quest’ultimo, in particolare, punta il dito contro la televisione di oggi, poco attenta alle necessità dei più piccoli con programmi in grado di portarli su una brutta strada. Le due registe, che fanno parte del gruppo comico Upright Citizens Brigade Theatre, hanno girato un film che prende qualcosa da pellicole come Blue Velvet, Invasion of the Body Snatchers e The Stepford Wives, anche se è naturale l’accostamento alla serie tv Desperate Housewives (decisamente più quadrato).



La regia di Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe è variegata, con alcuni spunti degni di nota, ma a spiccare è la fotografia targata Lowell A. Meyer, un diorama straniante. La sceneggiatura propone tanti, forse troppi, temi: un accumulo di assurdità più il mistero di un omicidio, una dose abbondante che comunque non inficia il giudizio più che positivo. Senza dimenticare le ottime prove attoriali di protagonisti e non, anche i più piccoli. Insomma, di Greener Grass ne sentiremo ancora parlare: complimenti al tandem DeBoer-Luebbe, appuntamento al prossimo film…

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