Greg LeMond, ex ciclista americano di 61 anni, ha effettuato un annuncio terribile attraverso il proprio profilo Facebook, che riguarda il suo stato di salute: “Mi è stata diagnosticata una leucemia mieloide cronica. Avvertivo stanchezza da alcune settimane, cosa che mi ha spinto a sottopormi a un controllo che includeva alcune analisi del sangue. Dopo una serie di esami e una biopsia del midollo osseo, che è stata completata la scorsa settimana, venerdì scorso ho ricevuto la mia diagnosi formale. I miei medici dell’Università del Tennessee, con la consulenza di un team della Mayo Clinic, hanno delineato un protocollo di chemioterapia che inizierà questa settimana”.



Fortunatamente, come ha spiegato lunedì Greg LeMond, quello che lo ha colpito è un tipo di cancro che può essere curato ed è un tipo di leucemia che “non è pericoloso per la vita o invalidante. Nessuno vuole mai sentire la parola cancro ma, è vero, c’è un grande sollievo, ora, nel sapere perché mi sentivo male. I miei medici e io abbiamo deciso un trattamento che inizierà questa settimana. Dovrei sentirmi meglio tra poche settimane e le cose dovrebbero andare ancora meglio nel prossimo futuro. La prognosi a lungo termine è molto favorevole”.



GREG LEMOND, CHI È? LA SUA CARRIERA

Sulle colonne del “Corriere della Sera” è stata ricostruita la carriera di Greg LeMond, che fu il primo statunitense a vincere il Tour de France, corsa che conquistò in tre occasioni nel 1986, 1989 e 1990 dopo essersi classificato terzo nel 1984 e secondo nel 1985. LeMond “vinse due titoli mondiali professionisti (1983 e 1990) e si piazzò sul podio del Giro d’Italia, della Milano-Sanremo, del Lombardia e della Liegi: un talento a 360 gradi. Il suo palmarès avrebbe potuto essere assai più ricco se l’americano non fosse stato accidentalmente colpito da una fucilata sparata dal cognato durante una battuta di caccia in California, scampando miracolosamente alla morte”.



Il successo più celebre di Greg LeMond fu quello al Tour de France del 1989, dove strappò la maglia gialla a Laurent Fignon negli ultimi chilometri della cronometro di Parigi per soli 8”, grazie all’uso di un casco e di una bici aerodinamica.