“The day after” la folle giornata in Giunta per le Immunità al Senato sul caso Gregoretti, è scontro totale tra Lega e Governo Conte-2 per il “nodo” politico dell’indagine a carico di Matteo Salvini. Il Carroccio ha di fatto votato “contro se stesso” per mandare a processo il proprio leader, con la convocazione del Senato il prossimo 17 febbraio per la finale resa dei conti tra chi spinge per il processo (Lega e Pd-M5s-Iv-Leu) e chi invece (la restante parte del Centrodestra) difende l’operato dell’ex Ministro degli Interni nell’intricata vicenda di fine luglio 2019 sul presunto sequestro di persona a bordo della nave milita Gregoretti. Intervenendo a Firenze a margine dell’apertura dell’anno accademico, il Premier Conte ribadisce la sua netta distanza da quella decisione posta da Salvini durante la fine del suo primo Governo gialloverde: «Ho chiarito per quanto mi riguarda il mio ruolo, non posso che ribadire che la Presidenza del Consiglio è stata senz’altro coinvolta come sempre nella redistribuzione dei migranti». A domanda specifica, il Presidente del Consiglio rintuzza la versione del suo ex Ministro e replica «mi è stato chiesto, col mio staff diplomatico l’ho fatto sempre, di lavorare per la redistribuzione – ha aggiunto Conte -. Poi la decisione specifica, se sbarcare, in quale momento, in quale ora, era competenza del ministro Salvini che l’ha rivendicata pubblicamente. Sono tutti fatti, anche documentali, che verranno valutati senz’altro in sede parlamentare».



GREGORETTI, LO SCONTRO TOTALE TRA SALVINI E IL GOVERNO

Dal comizio di Porretta dove la Lega è impegnata nella vasta campagna elettorale per le prossime Elezioni Regionali in Emilia Romagna – il vero “vulnus” di tutti questi ultimi giorni, legati a doppio filo alle vicende del caso Gregoretti – è lo stesso Salvini a rispondere a tono alle polemiche innestate dal Premier Conte. «Ne parleremo in Tribunale», fa sapere all’Ansa il leader della Lega, non gradendo affatto che né Conte né Di Maio riconoscano la decisione collegiale sul caso Gregoretti come invece avvenne qualche mese più indietro con il caso Diciotti. Conte non è voluto intervenire nel merito della scelta dei parlamentati del Governo che hanno disertato ieri la Giunta per le Immunità cercando in questo modo di far rinviare il voto a dopo le Regionali. Il risultato non è stato raggiunto, ma non viene per nulla cancellato il senso di profonda sfida che resta tra Pd-M5s-Iv e la Lega in vista del prossimo intervento in Senato sul caso Gregoretti: «non entro nel merito delle decisioni che i singoli parlamentari hanno assunto, che siano quelle che hanno già assunto in seno alla giunta competente o quelle in seno all’aula. Il presidente del Consiglio non può ovviamente esprimersi su questo. Per quanto riguarda poi il merito della questione, ho chiarito, per quanto mi riguarda, il mio ruolo». In una intervista a “Un giorno speciale” su Radio Radio, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti prende le parti dell’ex Ministro Salvini e punta su un aspetto finora poco dibattuto nei tanti mesi di caso Gregoretti: «L’articolo 93 della Costituzione dà il potere al Premier di opporsi alla decisione di un Ministro. Ha infatti il potere di contraddire o annullare, impedire che il Ministro faccia una cosa che a lui non va bene. A proposito di omessi controlli, per cui io sono stato arrestato, Conte, che non ha controllato l’attività dei suoi ministri dovrebbe essere arrestato. Non ha detto nulla, ha lasciato andare quindi dovrebbe essere il primo responsabile di un eventuale reato (che io sono convinto che non esista). Non Salvini».

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