Un processo ma soprattutto uno “show” politico quello iniziato ieri a Catania sul caso Gregoretti: dopo le tesi ribadite davanti ai giudici di Matteo Salvini, sono soprattutto le “non-risposte” date dall’ex Ministro Toninelli a far discutere. «Non ricordo quando fu l’occasione in cui firmai. Come ha ricordato il presidente la seconda firma non ci fu sullo stesso episodio. Non posso avere un ricordo preciso, e’ passato del tempo», ha spiegato l’esponente M5s davanti alle domande degli avvocati, in particolar modo la legale di Salvini Giulia Bongiorno che chiedeva «ricorda di avere firmato questo divieto di ingresso di transito e sosta che poi viene annullato dal Tar ricorda? C’è anche la sua firma su su questo episodio, la può riconoscere la sua firma?». Per Toninelli, Salvini era «l’uomo forte nel Governo» e ora invece «fa suo il tentativo di scaricare sul ministero dei Trasporti responsabilità sue». La tesi centrale della difesa di Salvini è poi stata ribadita sia dentro che fuori l’aula bunker di Bicocca Catania da leader della Lega: «Mi dispiace di dovere far perdere tempo a giudici, avvocati, forze dell’ordine in un’aula bunker che solitamente è impiegata per processi di mafia. Io sono un cittadino italiano rispettoso di quello che la giustizia mi chiede per rispondere di quello che avevo promesso agli italiani di fare: bloccare il traffico di esseri umani e il business dell’immigrazione clandestina senza fare male a nessuno».



BONGIORNO: “PROVATO IMBARAZZO PER TONINELLI”

Nuovi aggiornamenti sul processo Gregoretti contro Matteo Salvini. Dopo le dichiarazioni di Danilo Toninelli, l’avvocato Giulia Bongiorno è intervenuta sulla deposizione dell’ex ministro dei Trasporti, entrando in tackle in tackle sull’esponente del Movimento 5 Stelle: «Oggi ho provato tanto, tantissimo imbarazzo per Toninelli: tutto mi aspettavo tranne che sentirmi dire “non partecipavo o non ricordo”». La leghista ha spiegato di provare imbarazzo perché ricorda quello che succedeva e ricordare che i ministri competenti andavano con Conte a discutere con Salvini di queste vicende in Consiglio dei ministri, mentre noi ministri che non eravamo interessati a queste questioni stavamo ore e ore ad aspettare. Giulia Bongiorno ha poi evidenziato di aver apprezzato Elisabetta Trenta.  Al termine dell’udienza, Matteo Salvini ha ironizzato così sull’ex collega di Governo: «Danilo Toninelli non c’era, se c’era dormiva». (Aggiornamento di MB)



PROCESSO GREGORETTI, TONINELLI: “RESPONSABILE ERA SALVINI”

E’ in corso la seconda udienza del processo Gregoretti che vede imputato il leader della Lega, Matteo Salvini. Oggi è stato chiamato a testimoniare in aula anche l’ex ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, che prima dell’ingresso nell’aula bunker si è rivolto così ai giornalisti: “Salvini a parole faceva il duro e negli atti giudiziari scaricava la responsabilità su altri… avete capito il soggetto?”. Una volta finito l’interrogatorio ha spiegato: “Per l’assegnazione del porto sicuro a terra c’è un mandato unico al ministro dell’Interno – parole riportate da Virgilio – che è il responsabile. Stiamo assistendo invece al tentativo di scaricare sul ministero dei Trasporti responsabilità sue. Un tentativo – ha aggiunto – realizzato dall’uomo che diceva di difendere i confini italiani, che era l’uomo forte al governo“. Toninelli ha poi spiegato di aver “risposto a tutte le domande con chiarezza” e di non poter condividere le risposte perché “c’è un procedimento in corso“. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PROCESSO GREGORETTI, MATTEO SALVINI, LEGHISTA A CATANIA “ORGOGLIOSO DI QUANTO FATTO”

E’ arrivato a Catania il leader della Lega, Matteo Salvini, ed ha rilasciato alcune dichiarazioni prima dell’ingresso presso l’aula bunker del penitenziario Bicocca, in vista della seconda udienza del processo Gregoretti per cui l’ex ministro dell’interno è accusato di sequestro di persona. Il “Capitano” si è detto tranquillo rivolgendosi così ai numerosi cronisti presenti: “Sono sereno e orgoglioso di quanto fatto”. Salvini, che è giunto assieme all’avvocata Giulia Bongiorno, e poco prima degli arrivi di altri due ex ministri, quello dei trasporti e infrastrutture, Toninelli, e quella della difesa, Trenta, ha aggiunto: “Oggi interverrò in aula riportando alcuni dati del mio ministero. Abbiamo protetto un Paese a differenza di quanto avvenuto dopo. Vivere in Italia è un diritto che ritiene il rispetto di alcune regole, mi dispiace solo di impegnare il tempo di giudici e agenti in un’aula che di solito ospita processi di mafia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PROCESSO GREGORETTI, SECONDA UDIENZA MATTEO SALVINI CATANIA, CRESCE CONSENSO LEGHISTA

E’ tutto pronto nell’aula bunker del carcere Bicocca di Catania, per la seconda udienza del processo Gregoretti che vede imputato il leader della Lega, Matteo Salvini. Da molti tale processo è considerato un vero e proprio boomerang per il governo attuale, tenendo conto che lo stesso è stato votato proprio dalla maggioranza, a cominciare dal Movimento 5 Stelle, e quest’oggi sfileranno in aula altri esponenti del primo governo Conte, fra cui l’ex ministro Toninelli, noto esponente pentastellato. E a riguardo il quotidiano Libero ricorda come il consenso di Salvini sia cresciuto dello 0.8% nelle scorse 24 ore, proprio in concomitanza con il processo Gregoretti: solo un caso? Non si sa, fatto sta che per Youtrend il leghista piace al 24.2% degli italiani, guidando il centrodestra al 48.7%, con il governo giallorosso che invece scivola al 41.5%, numero quest’ultimo, ricorda ancora Libero che resta di fatto solo sulla carta, visto che in un’ipotetica tornata elettorale sarà molto complicato vedere un’alleanza fra Pd e M5s. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PROCESSO GREGORETTI, SALVINI: UDIENZA A CATANIA, CONTE SALTA, LA DIFESA DEL LEGHISTA

Scatterà questa mattina la seconda udienza a Catania per il processo nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, riguardante la nave Gregoretti. La tesi dei legali dell’ex ministro dell’interno è quella di sostenere la collegialità della decisione di non far sbarcare i migranti della nave costiera italiana, coinvolgendo così anche altri ministeri e il presidente del consiglio Conte. A riguardo il quotidiano Repubblica ha ripescato una conferenza stampa di fine 2019 di Palazzo Chigi in cui proprio il Premier spiegò di non avere un ricordo di un suo coinvolgimento diretto nella questione, ma ammettendo che quella era comunque la linea di condotta del governo, prima ricollocare i migranti e poi farli sbarcare. Sarebbe quindi questa la prova “regina”, la famosa “pistola fumante” con cui la difesa di Salvini cercherà di difendersi davanti ai giudici. Repubblica è andata anche a riprendere una serie di agenzia stampa di fine luglio 2019, quando la Gregoretti era ormeggiata al porto, in cui si sottolineavano le responsabilità del Mit, il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, a cui capo all’epoca vi era Danilo Toninelli, oggi in aula per essere ascoltato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

GREGORETTI, SALVINI UDIENZA PROCESSO A CATANIA, CONTE ‘SALTA’: COSA SUCCEDE OGGI

Si riapre oggi 12 dicembre il processo per il caso Gregoretti con Matteo Salvini convocato nell’aula bunker “Bicocca” di Catania per riprendere le udienze dopo il contagio da Covid-19 dell’avvocato Giulia Bongiorno, difensore legale dell’ex Ministro degli Interni. Come noto, Salvini è accusato di sequestro di persona dal Tribunale dei ministri (con conferma a procedere concessa dal voto in Senato mesi fa) per quei 130 migranti tenuti a bordo della Nave militare Gregoretti tra il 25 luglio e l’inizio agosto 2019. I rifugiati a bordo dopo due salvataggi nel Mediterraneo, vennero trasferiti nell’hotspot di Pozzallo e successivamente vengono smistati nei cinque Paesi dell’Unione europea che avevano dato la disponibilità ad accoglierli, ovvero Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda (50 di quei migranti rimasero in Italia con la Cei che si occupò di loro). L’udienza di oggi a Catania si apre dopo la richiesta (ottenuta) del gip Sarpietro della documentazione del Viminale di altri 140 sbarchi avvenuti sulle coste italiane durante la permanenza di Salvini al Governo, mentre vigevano i Decreti Sicurezza approvati dall’intero esecutivo Conte-1. Ci sarebbero altri 5 casi come quelli della Gregoretti dove i magistrati intendono indagare ulteriormente: un altro caso simile è quello Open Arms, altro processo in corso per Salvini che tra l’altro avrebbe dovuto svolgere udienza sempre oggi ma nell’aula bunker di Palermo. Per l’evidente impossibilità del leader leghista di trovare contemporaneamente ai due processi nello stesso giorno, i legali di Salvini hanno richiesto lo spostamento in altra data ad inizio 2021 per l’udienza che lo vede sempre accusato di sequestro di persona.

LA POSIZIONE DI SALVINI

«Abbiamo fatto quello che abbiamo fatto senza creare incidenti, svegliando l’Europa, azzerando gli sbarchi e dimezzando i morti del Mediterraneo e mi sono beccato non so quanti processi per questo. Ma ci vado tranquillo perché non ritengo di aver commesso alcun reato, anzi ritengo di aver salvato vite e tutelato l’interesse nazionale italiano», così ha spiegato ieri a ”Buongiorno Lombardia” su TeleLombardia l’imputato principale del processo Gregoretti, Matteo Salvini. Sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio, le accuse sono importanti e il segretario del Carroccio pone subito la sua versione dei fatti: «difficile essere contemporaneamente in entrambe le città, per rispondere della stessa accusa sia a Palermo e sia Catania ossia per aver controllato i confini, ridotto gli sbarchi, contrastato gli scafisti, senza che nessuno morisse e si ferisse, a differenza di quanto accaduto negli ultimi mesi, con morti, feriti, annegati e gente che si è buttata in mare». La posizione di Salvini è netta, non ha agito da solo e c’era l’ok di tutto il Governo dell’epoca: «quello che ho fatto, l’ho fatto in compagnia di tutto il governo, infatti domani verranno ascoltati gli ex ministri Trenta e Toninelli poi Conte, Di Maio e altri. Mi spiace solo per il tempo che perde la giustizia italiana che avrebbe reati veri di cui occuparsi. E’ un processo assurdo, rischio 15 anni di carcere, più di uno stupratore o un assassino. Ma credo nella giustizia italiana. In quelle aule andrò a testa alta, mi spiace solo per i soldi che si spendono per il processo e il tempo che tolgo alla mia famiglia e al lavoro»

CONTE ’SALTA’ IL PROCESSO: QUANDO SARÀ SENTITO

Ma seppur oggi fossero stati convocati a Catania il Premier Conte e gli ex Ministri M5s Toninelli (Trasporti) e Trenta (Difesa), non tutti si presenteranno nell’aula bunker di Catania: il Presidente del Consiglio ha chiesto e ottenuto di essere interrogato a Palazzo Chigi. Dopo esser stato convocato quasi un mese fa dai giudici come testimone informato sui fatti, solo nella giornata di giovedì Conte ha fatto sapere al Gup Sarpietro di «non essere disponibile» alla presenza e di volersi avvalere dell’articolo del codice di procedura penale che permette facoltà al Premier di essere ascoltato a Roma, a Palazzo Chigi. A questo punto il magistrato dovrà fissare nuova udienza per recarsi nella Capitale se unire l’audizione dell’allora (e pure odierno) Capo del Governo: con Salvini invece saranno sentiti oggi Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Al termine dell’udienza di oggi, l’ex Ministro Matteo Salvini terrà una conferenza stampa pubblica: ieri sui social sottolineava così il senso del suo essere oggi a Catania, «Sbarchi azzerati, morti nel Mediterraneo dimezzate, Europa costretta a non voltare gli occhi dall’altra parte: sono orgoglioso di quanto fatto da Ministro, domani sarò di nuovo in tribunale a #Catania, accusato di “sequestro di persona”, ma ci vado tranquillo e a testa alta, convinto di aver tutelato l’interesse del mio Paese, a maggior ragione constatando che nell’ultimo anno con questo governo gli sbarchi sono triplicati».