Torna allo scoperto il leader della Lega, Matteo Salvini, in merito al probabile processo nei suoi confronti per il caso Gregoretti. In chiusura di un comizio ad Ozzano, in provincia di Bologna, in vista del rush finale della campagna elettorale per le elezioni in Emilia Romagna, l’ex ministro dell’interno ha chiamato a raccolta il suo popolo: “Se mi chiamano in tribunale, siccome non sarà un processo a un uomo, ma un processo a un’idea di un’Italia bella, sicura, libera, in tribunale aspetto anche voi”. L’ex titolare del Viminale si dice decisamente sereno in vista di un eventuale procedimento nei suoi confronti con le accuse di sequestro di persona: “Sono il primo politico a essere felice se lo mandano a processo – ha aggiunto il leader della Lega, e chiosato – perché devono avere paura quelli che hanno fatto qualcosa di sbagliato, non chi ha fatto qualcosa di giusto”. Ricordiamo che il 17 febbraio prossimo toccherà al Senato votare per il processo o meno nei confronti del leghista. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GREGORETTI: SALVINI A PROCESSO. IL COMMENTO DELLE SARDINE
Matteo Salvini andrà a processo per il caso Gregoretti, dopo che il suo partito ha deciso di votare Sì in Giunta per le immunità al Senato. Si attende ancora il voto di Palazzo Madama del prossimo 17 febbraio, ma l’esito della nuova tornata sembrerebbe scontato. Sulla vicenda si sono espressi in molti nelle ultime ore, fra cui il popolo delle Sardine, fra i principali nemici proprio del Carroccio. Ospite presso la trasmissione “Otto e mezzo”, condotta su La7 dalla giornalista Lilly Gruber, Lorenzo Donnoli ha spiegato: “Matteo Salvini dovrebbe essere processato come ogni cittadino – le sue parole riportate dai colleghi dell’agenzia Adnkronos – però dico un’altra cosa… noi Sardine siamo per la salvaguardia delle istituzioni. Chi ha sbagliato maggiormente in questi giorni è stata la presidente del Senato Casellati”. La scorsa settimana la Casellati è stata accusata dalla maggioranza di aver “favorito” proprio Salvini, accuse che la stessa ha rimandato prontamente al mittente: “Sarebbe dovuta rimanere neutrale – ha precisato Donnoli parlando della vicenda Gregoretti – e invece con questa forzature ha fatto un favore a Salvini martire”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GREGORETTI, LA GIUNTA VOTA “SI” PER IL PROCESSO A SALVINI
La Giunta per le Immunità del Senato ha votato per mandare a processo Matteo Salvini sul caso Gregoretti: in questo modo il caso arriverà a Palazzo Madama il prossimo 17 febbraio dove saranno i senatori a doversi esprimere in merito alla vicenda legata al presunto sequestro di persona di cui è accusato l’ex Ministro degli Interni. Lo faranno però con la relazione della Giunta per le Immunità favorevole al processo, con il paradosso che il voto decisivo è stato dato dalla Lega su precisa indicazione di Matteo Salvini: si è infatti materializzato quanto andavamo dicendo da tutta la giornata, il Governo Pd-M5s-Iv non si è presentato in Giunta, lasciando così soli i 10 senatori del Centrodestra (assenti anche i due membri del Gruppo Misto, ndr). E così la proposta del Presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere è stata paradossalmente bocciata da chi invece rappresenta il beneficiario massimo di quella relazione: la Lega ha votato contro la proposta con i suoi 5 senatori, mentre a favore hanno votato i 4 di Forza Italia e Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. In caso di pareggio il regolamento del Senato fa prevalere i “no” alla votazione e così la vicenda Gregoretti tornerà in Senato nelle prossime settimane in un immaginiamo ancora più teatro di scontro sulla persona e l’azione politica di Matteo Salvini.
GOVERNO DISERTA VOTO SUL CASO GREGORETTI
Nella riunione di maggioranza in corso in questi minuti, il Governo ha deciso quanto pre-annunciato questa mattina: Pd-M5s-Iv diserteranno la Giunta per le Immunità. A questo punto resta dunque il “mistero” in merito a cosa avverrà all’interno della riunione fissata ancora per le ore 17: se si avrà il numero legale (8 senatori bastano, il Cdx ne ha di più se si presentano tutti) e se soprattutto a quel punto, senza Governo, la Lega manterrà il suo “Sì” al processo o approfitterà della mossa della maggioranza per far finire una volta per tutte il caso Gregoretti votando tutti compatti “No” alla richiesta del Tribunale dei Ministri. Intervenendo a Tagadà questa mattina, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo chiarisce la proposta fatta da Salvini sul voto per il caso Gregoretti e puntualizza su chi ha originato il gran bailamme mediatico: «il pm chiede di archiviare il caso, ma il Tribunale dei Ministri decide lo stesso di andare a processo: ricordo però che questo gran can can mediatico è stato creato dalla maggioranza. Se i 5Stelle avessero votato come sul caso Diciotti, la situazione oggi non avrebbe avuto alcuna rilevanza mediatica: invece poi scelgono di volerlo processare ma solo dopo le Regionali perché non hanno il coraggio davanti agli elettori. Sono garantisti fino al 26 gennaio e poi tornano manettari dal 27 gennaio mattina». Dopo Forza Italia anche Fratelli d’Italia non “segue” l’invito della Lega a votare sì, ma mantiene salda la convinzione che questo processo a Salvini non s’ha da fare: «Salvini ha fatto il suo dovere. Processarlo sarebbe una follia. Noi votiamo no».
DI MAIO VS SALVINI “DA SOVRANISMO A VITTIMISMO”
Sempre più forte la sensazione che il Governo con i suoi rappresentanti in Giunta per le Immunità “diserterà” il voto delle ore 17 lasciando così il “cerino” in mano al Centrodestra, tra l’altro diviso al suo interno non sul merito della vicenda Gregoretti (sono tutti contro il processo e la condanna a Salvini), ma sulla “forma” dei comportamenti da tenere in Giunta questo pomeriggio. Poco fa a Sky Tg24 Mara Carfagna ha chiarito la linea che terrà Forza Italia nella votazione odierna: «i senatori di Forza Italia voteranno contro l’autorizzazione perché ritengono che quella fu una scelta eminentemente politica e fu presa dall’intero Governo, non da Salvini ministro dell’Interno con la mancanza di conoscenza e consapevolezza del premier Conte e del vicepremier Di Maio». Nello specifico poi, la stessa Carfagna dissente e non poco dal resto del suo partito e in generale dal Centrodestra di cui fa ancora parte «Io ebbi modo di dire che quella era una decisione sbagliata. Che Salvini lo abbia fatto per difendere i confini non c’è nulla da dire, però per raggiungere un obiettivo politico non è lecito fare qualunque cosa, per me quella fu una scelta, presa dall’intero Governo, inumana, non degna di un Paese civile, che copriva l’assenza di una reale politica di contrasto all’immigrazione clandestina». Nel frattempo, il leader del M5s Di Maio da Bruxelles dove è in corso il Consiglio dei Ministri degli Esteri Ue dice la sua sul caso Gregoretti e affonda ancora il colpo contro l’ex alleato Salvini: «è passato dal sovranismo al vittimismo, è la sua nuova linea politica. Sono tattiche: non poteva controllare il processo e avrebbe perso perché sa che è stata una sua scelta di propaganda quella della Gregoretti, allora decide di farci processare distogliendo il vero punto della questione di cui si occuperà la magistratura. Si prenda le sue responsabilità».
GREGORETTI, PD-M5S DISERTA LA GIUNTA?
Alle 15 è previsto un vertice di maggioranza per capire come comportarsi in vista del voto in Giunta per le Immunità delle 17, ma secondo fonti dell’Ansa il Governo è orientato a non presentarsi in Senato per votare sul caso Gregoretti-Salvini. «Ci sto pensando a non partecipare alla Giunta di oggi. Alle 15 andrò a una riunione con la maggioranza e decideremo che posizione tenere», spiega il senatore Gregorio De Falco, ex M5s oggi nel Gruppo Misto. Se così fosse, l’ex epurato di Di Maio andrebbe incontro al Governo che medita la medesima azione per provare a rinviare il tutto a dopo le Elezioni Regionali 2020: «Credo che gli italiani si stiano facendo un’idea di questo signore e forse lui reagisce così perché intuisce l’ineluttabilità del voto che l’aspetta – conclude De Falco – Io sarei tentato di andare a votare per l’autorizzazione, ma penso anche che, così facendo, legittimiamo questo modo di fare, compreso quello del presidente della Giunta Gasparri». Sul caso interviene anche il Segretario del Pd Zingaretti «Salvini sta usando un tema della giustizia per motivi politici e personali, come sul caso Diciotti e sul Russiagate. Quella della Gregoretti è una vicenda solo giudiziaria, ma lui pretende l’impunità», attacca il Governatore del Lazio, lanciando il monito agli altri colleghi di Governo, «Salvini è garantista su se stesso e giustizialista con gli avversari».
CASO GREGORETTI: GOVERNO VERSO IL FORFAIT
Oggi è il gran giorno del voto in Giunta per le Immunità del Senato sull’ormai arcinoto “caso Gregoretti”: si decide insomma se rinviare all’Aula del Senato la richiesta per il processo all’ex Ministro Matteo Salvini o se invece stralciare la richiesta del Tribunale dei Ministri di Catania che accusa il leader della Lega di sequestro di persona per aver bloccato per alcuni giorni tra il 25 e il 31 luglio 2019 lo sbarco dei 131 migranti a bordo della nave militare Gregoretti. Il caos è però presto che servito in Giunta dopo che per giorni le forze di Governo avevano cercato di rinviare il voto odierno per non arrivare a ridosso delle Elezioni Regionali di domenica prossima (onde evitare un effetto “caso Salvini” moltiplicato negli ultimi decisivi giorni di campagna elettorale, ndr) mentre il Centrodestra, di contro, spingeva per rispettare i tempi pre-stabiliti e per arrivare subito allo scontro diretto con gli altri partiti. In mezzo c’è stato il Presidente della Giunta – Maurizio Gasparri (Forza Italia) – che in maniera anomala (ma permessa dal regolamento) ha partecipato al voto sulla data dell’esame-Gregoretti determinando la situazione che si profila dunque oggi. Alle ore 17 di oggi dunque si riunisce la Giunta per le Immunità al Senato e anche se non arriverà ovviamente con questa giornata la decisione definitiva sul processo o no a Salvini – prevista per il 17 febbraio l’eventuale voto a Palazzo Madama sul caso assai simile al precedente Diciotti – si attende una grande baraonda politica per questo tardo pomeriggio: ecco la richiesta alla quale il Presidente Gasparri si è già espresso contrario, «Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini nella sua qualità di Ministro dell’interno pro tempore, per i reati di cui all’articolo 605, commi primo, secondo, numero 2, e terzo, del codice penale (sequestro di persona aggravato)».
OGGI VOTO GREGORETTI-SALVINI: ECCO COSA SUCCEDE
Questa mattina il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto espressamente ai suoi senatori di votare Sì in Giunta per mandarlo a processo: «Ci ho ragionato ieri e stanotte e sono arrivato a una decisione, che ormai è diventata una barzelletta che va avanti da anni, e ho deciso che domani chiederò a chi deve votare, quindi anche ai senatori della Lega, di farmi un favore. Votate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte. Portatemi in Tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, e ci portino tutti in Tribunale». Non solo, citando Guareschi, l’ex Ministro ribadisce «“ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione”, siamo pronti, sono pronto». Questo stravolge l’iter del voto odierno con il Governo Pd-M5s-Iv che si trova nell’imbarazzo per dover di fatto votare il medesimo indirizzo dei rivali nemici: da questo impasse, la decisione che potrebbe arrivare con l’ok di Palazzo Chigi sarebbe quella di far rinviare il voto facendo mancare il numero minimo per la Giunta delle Immunità. In termini di partecipanti, la Giunta è composta da 23 senatori: 6 M5S, 5 Lega, 4 Forza Italia, 3 Italia viva, 1 ciascuno Pd, FdI, Leu, Misto e Svp. Sono dunque 11 i voti su cui può contare il Governo (niente Svp, malato, e neanche l’ex M5s De Falco) mentre 10 quelli dell’opposizione FI-Lega-FdI: se però il Governo non si presenta, il paradosso sarebbe di avere in aula solo l’opposizione che potrebbe comunque votare in due maniere diverse. Con 5 voti della Lega e 5 di Forza Italia (4+Gasparri) la relazione del presidente indirizzata contro l’autorizzazione a procedere, verrebbe cassata rinviando tutto al Senato il prossimo 17 febbraio. Va capito dunque se il Governo accetterà di far “giocare” il tutto alla Lega o se alla fine interverrà in Giunta stravolgendo una volta di più gli scenari. Il timore di Pd-M5s-Iv è che la “tattica” di Salvini possa vedere anche all’ultimo un voto diverso (ovvero un No) facendo così saltare per sempre la possibilità di arrivare a processo, essendo tutti compatti e convinti che l’ex Ministro non abbia commesso i reati accusati dal Tribunale dei Ministri.