Si è conclusa la – lunghissima – fase istruttoria sull’incendio che nel 2017 distrusse la Grenfell Tower di Londra causando il decesso di 72 persone, senza contare le decine di Vigili del fuoco ai quali fu diagnosticato (diversi anni dopo) un cancro ascrivibile alle operazioni di spegnimento: proprio oggi – infatti – l’ex giudice della Corte Suprema Martin Moore-Bick ha pubblicato il secondo ed ultimo report sul rogo puntando il dito contro coloro che – direttamente o indirettamente – hanno contribuito ad una delle più grandi tragedie inglesi degli ultimi decenni.



Partendo dal principio, molti ricorderanno che il 14 giugno del 2017 un violento rogo divampò all’interno di un appartamento al quarto piano della Grenfell Tower estendendosi (nonostante i pompieri riuscirono a tenerlo a bada piuttosto rapidamente) anche ai piani superiori con una velocità incredibile: complessivamente morirono 72 persone; mentre le ragioni dell’incendio vennero ascritte in parte ai pannelli isolanti e in parte al rivestimento esterno dell’edificio tra cui scorreva un’intercapedine di circa 5 centimetri.



Immediatamente dopo la tragedia alla Grenfell Tower l’allora governo di Theresa May commissionò al già citato Moore-Bick un’inchiesta per capire chi fossero i responsabili del rogo e dopo sei anni di lunghissime indagini è stata pubblicata la seconda parte; mentre la prima risale al 2019 e si concentrava interamente sulle responsabilità dei Vigili del fuoco che avrebbero gestito scorrettamente le fasi di evacuazione dell’edificio lasciando che decine di persone rimanessero bloccate al suo interno.

Cosa dice il report sull’incendio alla Grenfell Tower: chi sono i responsabili e quali sono le loro colpe

Quanto accaduto nel 2017 alla Grenfell Tower – secondo il lungo report di quasi 1.700 pagine divise in sette volumi – altro non fu che l’esito della “disonestà ed incompetenza” di quasi tutti gli attori coinvolti con la certezza dell’ex magistrato che tutti e 72 i morti si potevano risparmiare: tra i responsabili vengono indicate (innanzitutto) le tre aziende che fabbricarono i pannelli isolanti che pur essendo al corrente della loro pericolosità non li ritirarono dal commercio continuando a venderli sui mercati – come quello britannico – con norme meno stringenti sulla sicurezza degli edifici.



Non mancano poi neppure altre due aziende che certificarono (con il senno di poi: mentendo) l’affidabilità e sicurezza dei pannelli usati nella Grenfell Tower, così come non mancano neppure tutti i vertici dell’amministrazione comunale di Kensington e Chelsea che avevano imposto ristrutturazioni al minor costo possibile; peraltro spingendo affinché l’appalto venisse preso da uno studio di architetti (anche questo tra i colpevoli del rogo) che non aveva alcuna esperienza in quel tipo di delicati lavori.

Infine, nel rapporto sull’incendio alla Grenfell Tower vengono messi sul banco degli imputati anche tutti i governi inglesi dal 1991 al 2017, responsabili di non aver mai inasprito (ma anzi, nel caso di Tony Blair, di aver addirittura alleggerito) le norme in materia edilizia nonostante l’incendio che distrusse un altro edificio a Liverpool a causa degli stessi pannelli isolanti; e proprio aggrappandosi a quest’ultimo punto oggi l’attuale primo ministro Starmer ha promesso alle famiglie delle vittime che farà “tutto il possibile” per assicurare loro “la giustizia che meritano” e scongiurare che un evento simile possa “ripetersi”.