Per approfondire la vicenda Greta Spreafico, il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha intervistato in diretta Andrea Tosi, l’amico della donna nonché uno dei due indagati per omicidio preterintenzionale, occultamento e soppressione di cadavere (l’altro è Gabriele Lietti, ex di Greta). Andrea Tosi ha provato a rispondere alle domande che gli sono state poste dallo studio, precisando: “Lo scambio di messaggi con Greta è iniziato a dicembre 2021, poi a marzo ci siamo visti per questo coltello”, un coltello che Andrea Tosi aveva trovato in un campo vicino e che aveva pubblicato sui social, poi scatto visto proprio da Greta. “Se non l’ho detto agli inquirenti – ha proseguito l’amico della donna – non è che perchè sono bugiardo ma perchè ciò che era successo prima fra me e Greta non mi sembrava un elemento fondamentale da riferire”. E ancora: “Io ho saputo solo dopo le paure di Greta Spreafico, io non sapevo nulla di quello che è successo a Greta. Io non ho raccontato niente di diverso da come sono andate le cose, non riesco a capire”, riferendosi alle numerose paranoie di cui soffriva la cantante erbese, che raccontava di essere spiata e che anche per questo avrebbe spaccato il suo telefono.
E ancora: “Io l’ho sentita mentre faceva questa telefonata con Gabriele Lietti, poi si è messa a piangere e non ho approfondito il discorso”. Andrea Tosi spiega di aver visto Greta Spreafico solo due volte: “Io l’ho vista solo quei due giorni lì. Io in quel periodo non avevo alcun secondo fine con Greta – aggiunge riferendosi ad un presunto interesse sentimentale nei suoi confronti – visto che ero già insieme ad un’altra donna e io sono fedele”. Sul giorno prima della scomparsa invece precisa: “Siamo stati a casa di Greta poi siamo andati a casa mia e ci siamo messi a suonare e basta, e abbiamo bevuto una birra poi lei è tornata a casa e non ho saputo più nuella. Ho omesso nella sit di essere stato a casa sua? Non so perchè non l’ho detto, ho omesso solo quel particolare. Il giorno della scomparsa? Io sicuramente ero a casa”, conclude riferendosi ad una foto di una telecamera che inquadra l’auto di Greta Spreafico (mai ritrovata insieme a lei), proprio poche ore prima la sparizione e in cui si intravede un braccio appoggiato fuori dal finestrino. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GRETA SPREAFICO. DAI 3 SMARTPHONE AL BONIFICO ALLA SOCIETÀ DI COMO: IL GIALLO DELLA SCOMPARSA
Storie Italiane torna ad occuparsi del giallo di Greta Spreafico, la cantante erbese scomparsa da due anni e mezzo in quel di Rovigo, e per cui sono indagati per omicidio l’amico Andrea Tosi e l’ex fidanzato Gabriele Lietti. In collegamento vi era anche oggi Simone, il fratello di Greta Spreafico, colui che ha voluto rendere pubblico una nota vocale inviata dalla stessa donna all’altro fratello Chico.
Dalla sua voce si evince uno stato di grande difficoltà psichica e fisica ed uno stato di grande paura, una paura che, come ricorda Eleonora Daniele, è risultata fondata visto che la cantante comasca non si trova da più di due anni e molto probabilmente è stata uccisa e il suo cadavere occultato, visto che la stessa è scomparsa nel nulla, così come la sua auto.
GRETA SPREAFICO, LE PAROLE DEL FRATELLO SIMONE
Ma di cosa aveva paura Greta Spreafico e perchè si è rivolta a due investigatori privati? Si sapeva la richiesta di aiuto al noto Ezio Denti, ma Storie Italiane ha scoperto un secondo pagamento di 427 euro ad un’altra società di investigazioni, sui cui la famiglia sta cercando di fare luce.
“Fino ad oggi abbiamo cercato di tutelare l’immagine di Greta – le parole del frattelo Simone – ci sono video e immagini che non volevamo mandare perchè erano un po’ denigranti, ma ora ci rendiamo conto che la situazione è diversa”. Secondo Gabriele Lietti, ex fidanzato della scomparsa, Greta Spreafico sarebbe stata spiata al telefono, così come spiegato dallo stesso agli inquirenti, aggiungendo che: “Sicuramente è una sua mani”.
GRETA SPREAFICO, IL BONIFICO DA 427 EURO
In collegamento a Storie Italiane vi era anche Edoardo Lucarelli, che da anni ormai sta seguendo il caso di Greta Spreafico e che ha cercato di fare un po’ di chiarezza dicendo: “Tosi e Lietti sono indagati per omicidio preterintenzionale, l’occultamento e la soppressione del corpo di Greta che non si trova da giugno 2022. La sua vicenda è un vero e proprio mistero”.
Lucarelli ha proseguito: “Partiamo dagli investigatori, Ezio Denti, che ha lavorato per lei una quindicina di giorni, poi il 20 aprile del 2022 un paio di mesi prima di sparire paga questi 427 euro con la sua carta di credito ad una società di Como che si occupa di informatica forense e abbiamo chiesto a questa società ulteriori delucidazioni per avere la specifica. Quel pagamento è fatto un giorno dopo l’altro pagamento all’altro investigatore. I telefoni sono un altro mistero”.
GRETA SPREAFICO, LE PRECISAZIONI DI LUCARELLI E BARZAN
E ancora: “Nel primo accesso alla sua abitazione viene trovato un cellulare sul tavolo, l’ultimo da lei comprato, poi ne vengono repertati altri due, uno spaccato, che stando a Gabriele sarebbe stato rotto dalla stessa Greta Spreafico in quanto aveva paura di essere spiata. C’è un altro telefono che lei teneva con delle foto di famiglia che le facevano compagnia ma il telefono che usava era quello spento sul tavolo. E’ un giallo pieno di paure, testamenti e soldi, e la sparizione riguarda Greta e la sua automobile: dal 6 giugno del 2022 non si sa più nulla”.
Simone sottolinea le numerose cause intentate da Greta Spreafico: “Chi è che le metteva in testa tutte queste cose? Gabriele ha fomentato le sue paure”, puntando quindi il dito contro l’ex. Dello stesso parere anche Davide Barzan, consulente della famiglia di Greta Spreafico: “La denuncia di Gabriele Lietti è inverosimile tanto è vero che è indagato. Lui punta il dito contro i famigliari di Greta e in particolare contro Simone. La mamma non ha mai querelato la figlia, quindi questa è una bugia, a nostro avviso Greta è stata circuita dalle persone a lei vicine”.