La scomparsa di Greta Spreaficonon è un allontanamento volontario“. Ne è convinta la famiglia e su tutti il fratello, Momo, intervenuto ai microfoni de La vita in diretta per dire la sua sulla sparizione della cantante 53enne originaria di Erba le cui tracce si sono perse da mesi. Era il 4 giugno 2022 quando la donna si trovava a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, in vista del rogito per la vendita di un immobile ereditato dal nonno e fissato per il lunedì seguente. Un appuntamento al quale non si è presentata. Perché? Dov’è finita? Sono queste le domande che continuano a mordere le cronache di questa complessa vicenda, un giallo su cui i familiari iniziano a sospettare che possa celarsi un preciso movente.



Proprio l’eredità tra le mani di Greta Spreafico – “un patrimonio importante“, lo ha definito suo fratello – potrebbe aver fatto gola a qualcuno che, approfittando della generosità e della fragilità della donna, potrebbe averle fatto del male. Questione di soldi, forse, ma anche l’ombra di una scomparsa legata a un incontro “casuale” con qualche malintenzionato a lei prima del tutto sconosciuto. Sono le due piste avanzate dalla famiglia di Greta Spreafico, una riconducibile alla sfera economica e l’altra alla tragica fatalità di un incontro sbagliato. Poche ore fa, lo stesso fratello della cantante aveva espresso i suoi dubbi su un “biglietto attaccato alla porta” dell’abitazione di Greta Spreafico nelle ore successive alla sua sparizione.



Greta Spreafico, suicidio impossibile: perché la scomparsa non può nascondere un gesto estremo

A 7 mesi dall’inizio del giallo di Greta Spreafico, gli interrogativi sulla sua sorte sono tutt’altro che risolti. Anzi, appaiono moltiplicarsi senza soluzione di continuità nel tessuto di una vicenda apparsa fin da subito particolarmente complessa. Secondo quanto raccontato da Ezio Denti, investigatore privato contattato dalla donna nei mesi precedenti alla sparizione, Greta Spreafico nutriva delle paure per la propria incolumità. Timori che, emerge da un messaggio vocale inviatogli dalla 53enne, l’avrebbero gettata in uno stato di terrore. Oggi anche la famiglia crede che qualcuno possa averle fatto del male, sfumata l’iniziale pista di un allontanamento volontario che, a distanza di tutto questo tempo, è ritenuta dal fratello del tutto impossibile.



La Procura di Rovigo avrebbe aperto un fascicolo con l’ipotesi di sequestro di persona, ma chi avrebbe potuto colpire Greta Spreafico? Il fratello ha espresso il suo punto di vista a La vita in diretta: “Qualcuno le ha fatto del male. È passato veramente troppo tempo e nessuno penso avrebbe il coraggio di nascondere una persona che in questo momento è ricercata da tutta Italia. Ci sono diverse piste: una potrebbe essere la casualità, magari ha incontrato una persona quella notte, perché lei secondo me ha girovagato e aveva dei soldi, oppure qualcuno aveva interesse perché aveva ereditato un bel patrimonio ed era molto fragile, facile da manipolare…“. Il suicidio, secondo la famiglia, sarebbe impossibile. Ma questa convinzione avrebbe una radice che va ben al di là della semplice convinzione personale: se Greta Spreafico si fosse tolta la vita, mettendo in atto il proposito di un gesto estremo, la sua auto, una Kia Picanto nera targata EF 080 DT, sarebbe stata ritrovata. Ancora oggi, invece, quel veicolo sembra inghiottito nel nulla come la sua proprietaria.