Si è riaperto il caso di Greta Spreafico – la cantante scomparsa da Porto Tolle poco più di due anni fa il cui corpo non è ancora stato trovato da nessuna parte – con i riflettori degli inquirenti che sono tornati ad indagare la posizione del giardiniere 58enne Andrea Tosi che già due anni fa era stato (brevemente) indagato e poi archiviato: contro di lui ci sarebbe in particolare un’intercettazione in cui ha detto “si, l’ho uccisa io” e che gli sta costando un’accusa – ed è bene precisare che deve ancora essere approfondita – per omicidio preterintenzionale.
Partendo dal principio, tra Greta Spreafico e Andrea Tosi ci sarebbe stata solamente un’amicizia allacciata poco tempo prima sui social e già in occasione della sparizione della donna l’attuale indagato raccontò ai microfoni di Storie Italiane che aveva passato la notte tra il 4 e il 5 giugno (quando si sono perse le tracce della donna) con lei: “Eravamo in questo bar – aveva spiegato – e mi ha chiesto di fare un giro“, sottolineando che si sarebbero incontrati all’incirca a “mezzanotte e trenta” e si sarebbero salutati “alle due”; ma precisando che quella sera Greta Spreafico “era sconvolta” e che tra loro non ci sarebbe stato nulla dal punto di vista amoroso o sessuale.
Greta Spreafico, il legale Barzan: “Le indagini non sono stata fatte in modo approfondito”
Proprio di questo, partendo ovviamente da Tosi, si è concentrata la puntata di oggi di Storie Italiane che ha interpellato il fratello di Greta Spreafico, Simone, e il legale della famiglia Davide Barzan: quest’ultimo ci tiene a precisare che a distanza di due anni sembra che non si sia fatto nulla per indagare veramente sulla scomparsa, tanto che non si è ancora individuata “la sua auto” nonostante le ricerche e non sono mai stati approfonditi i racconti dei vicini di casa che hanno collocato la donna nella sua abitazione “alle 11 di domenica mattina” o le testimonianze sull’auto “alle 5:16 di domenica mattina a 21 km da casa sua”.
Dal conto suo, il fratello di Greta Spreafico – pur ritenendo positivo che si siano “riaperte le indagini” nella speranza che finalmente si giunga ad una vera svolta – avanza qualche dubbio sulla presunta colpevolezza di Tosi, ipotizzando che la frase intercettata potrebbe essere interpretata come “un ‘datemi la colpa così la chiudiamo qui'”; mentre sulle testimonianze del vicino ci tiene a mettere in chiaro che in nessun caso si sarebbe potuto confondere “perché ci conosce da tutta la vita e la distanza era pochissima, poi c’era anche un’altra persona che ha confermato il giorno” dell’avvistamento di Greta.
Il fratello di Greta Spreafico: “Si deve approfondire la posizione dell’ex fidanzato”
Insomma, secondo Simone se la testimonianza fosse approfondita dagli inquirenti potrebbe – di fatto – “scagionare il Tosi”, e suggerisce agli inquirenti di approfondire anche la posizione dell’ex fidanzato di Greta Spreafico che viene collocato da un’altra vicina “a casa sua alle 10 del mattino [di domenica] e non alle 11 di sera come ha raccontato lui”: l’avrebbe avvistata mente entrava in chiesa per la messa e dato che “qui la fanno solo la domenica mattina” non ci sarebbe alcun dubbio sulla giornata.
“Grata – continua Simone – in quel periodo era molto preoccupata”: una stato mentale che si potrebbe ricollegare ai suoi “problemi psichici” che le erano già costati “un TSO” e una serie di terapie che avrebbe improvvisamente interrotto “quando ha iniziato a frequentare l’ex fidanzato”. L’ipotesi della famiglia è che “qualcuno potrebbe aver approfittato delle sue paure” e lascia anche una singolare congettura precisando che “prima di sparire nel nulla aveva fatto il testamento completamente a favore dell’ex fidanzato“.