Ai Piani di Bobbio, Greta Spreafico ha ereditato varie proprietà al 50%. C’è una grande casa, pericolante, un albergo non più in uso e gran parte dei terreni. L’eredità, a un anno dalla scomparsa della donna, cresce sempre più. Carlo Taormina, avvocato penalista, ospite di Iceberg Lombardia spiega: “Strano che Denti, il suo investigatore di fiducia, non ci abbia detto che aveva questo patrimonio così cospicuo. Forse non lo sapeva neanche lui. L’omicidio legato all’eredità prende sempre più piede”.
Greta, i luoghi dei Piani di Bobbio, li conosceva bene: potrebbe essersi allontanata volontariamente ed essersi rifugiata lì, almeno per qualche tempo? “Se fosse andata in quei luoghi, avremmo trovato qualche segno del suo passaggio”, sottolinea Carlo Taormina. “Che sia andata lì mi sembra fuori discussione. L’inviato è andato lì, avrà visto anche i particolari dell’abitazione. Non mi pare ci sia un passaggio”.
Che fine ha fatto la macchina di Greta?
Secondo l’avvocato penalista Carlo Taormina, la montagna di proprietà di Greta Spreafico non aveva un forte valore economico, ma poteva certo far gola a qualcuno. La giornalista Sabrina Negri spiega: “Io i motivi passionali non li ho visti. Ho visto magari screzi familiari forti. Penso che il nodo sia la casa di Porto Tolle”. Secondo Taormina, “Più tempo passa e più sarà complicato trovare la macchina e il corpo. Se esce fuori la macchina, esce anche il corpo”.
Sempre ad Iceberg, qualche settimana fa, l’avvocato Barzan, legale della mamma di Greta Spreafico, aveva spiegato: “Non si indaga per suicidio ma per omicidio. Chiaro che in questo dominio bisogna capire chi sono i soggetti, chi ha agito, e anche le scelte sanitarie e le cure e le decisioni prese dalle persone vicine a lei. Abbiamo anche un’intervista molto importante fatta da Greta che ritengo sia molto importante ai fini delle indagini. Nella denuncia di scomparsa il fidanzato offre un alibi che poi non è stato verificato”.