Spunta una pista nel giallo di Greta Spreafico, la cantante 53enne scomparsa il 4 giugno scorso da Porto Tolle (Rovigo) insieme alla sua auto, una Kia Picanto nera con targa EF 080 DT. Una recente segnalazione, diffusa in esclusiva dal programma di Marco Oliva su Telelombardia, Iceberg, avrebbe portato al vaglio della polizia un’ipotesi su cui ora sarebbero in corso accertamenti. Secondo quanto emerso durante la trasmissione, due persone avrebbero dichiarato agli inquirenti di aver visto, la prima settimana di dicembre (quindi 6 mesi dopo la sparizione), una donna identica a Greta Spreafico all’aeroporto di Verona imbarcarsi su un volo diretto in Egitto. Attendibilità ed eventuali riscontri in merito a questa ipotesi sarebbero adesso oggetto di approfondimenti investigativi.



Nel mistero di Greta Spreafico c’è anche l’interrogativo sulla sparizione della sua vettura, automobile con cui la donna potrebbe aver attraversato un ponte per uscire dal piccolo centro in provincia di Rovigo in cui si era recata per concludere la vendita di un immobile ereditato dal nonno. Al rogito fissato per le 48 ore successive, Greta Spreafico non si è mai presentata. Le telecamere di quel ponte non sarebbero utili a chiarire se realmente abbia percorso quella strada in quanto, ha scoperto la trasmissione di Oliva, riprenderebbero soltanto le targhe dei veicoli in entrata nel Comune.



Greta Spreafico all’estero? Il giallo delle tre telefonate dalla Svizzera

Le ricerche di Greta Spreafico si sarebbero concentrate fondamentalmente nell’area intorno a Porto Tolle, luogo in cui sarebbe stata vista per l’ultima volta da un vicino di casa alle 11 del mattino del 4 giugno 2022. L’ipotesi che si farebbe strada all’esito della recente segnalazione sull’aeroporto di Verona, però, localizzerebbe la donna fuori da quella zona ritenuta di interesse e, in particolare, punterebbe a un possibile spostamento della 53enne all’estero.

Pochi mesi fa, la stessa trasmissione Iceberg aveva raccolto le parole di un cugino di Greta Spreafico che, nel suo racconto, parlò di almeno tre misteriose telefonate (l’ultima del 6 ottobre scorso) giunte a casa di parenti della donna diverso tempo dopo la sua scomparsa. Chiamate anonime che, come documentato dall’inviato di Marco Oliva su Telelombardia poche ore fa, sarebbero partite da altrettante utenze in Svizzera. Le prime due risulterebbero inattive, la terza utenza invece riceve ma nessuno risponde. Si tratta di call center e telefonate pubblicitarie o fu davvero Greta Spreafico a cercare un contatto con i familiari? E perché non avrebbe più telefonato? Il giallo è ancora soluzione.