Fa discutere il tweet pubblicato nella giornata di oggi, martedì 11 maggio 2021, da Greta Thunberg, nel quale la giovane svedese chiama in causa Israele e Palestina. Quello che doveva essere un post di chiarimento, come indicato dalla ragazza, è divenuto uno degli argomenti più dibattuti sui social network. Ecco le parole della scandinava: “Per essere chiari, non sono ‘contro’ Israele o la Palestina. Inutile dire che sono contro qualsiasi forma di violenza o di oppressione da parte di chiunque o di qualsiasi parte. E – ancora – è devastante seguire gli sviluppi in Israele e Palestina.
Un messaggio di “non violenza”, insomma, quello che l’attivista per l’ambiente ha voluto lanciare attraverso il proprio profilo, precisando di non parteggiare né per l’una né per l’altra fazione, ma molti utenti non hanno gradito questa sortita telematica di Greta, con critiche che sono piovute da più parti nei suoi confronti (una situazione alla quale ormai lei è piuttosto abituata, ma comunque mai troppo piacevole per chi la vive, ndr), anche e soprattutto per la sua scelta di non schierarsi.
GRETA THUNBERG, ATTACCHI SUI SOCIAL: “STAI DALLA PARTE DELL’OPPRESSORE”
Greta Thunberg, dopo il tweet contro la violenza che si continua a registrare fra Israele e Palestina, ha ricevuto numerose critiche. C’è, ad esempio, chi le ha dedicato una massima di Desmond Tutu: “Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, hai scelto la parte dell’oppressore. Se un elefante ha il suo piede sulla coda di un topo e voi dite che siete neutrali, il topo non apprezzerà la vostra neutralità”. Altri, invece, l’hanno pregata di non uscire dal seminato: “Greta per favore, concentrati sul cambiamento climatico. Se cominci ad esprimere posizioni politiche sui vaccini, sul conflitto israelo-palestinese e così via, avrai pro e contro e questo indebolirà la tua lotta. Per favore non farlo, abbiamo bisogno di te!”. E, infine: “Capisco che non eri viva negli ultimi 70 anni, ma se non capisci pienamente la questione e volevi solo esprimere la tua neutralità su questa ingiustizia, sarebbe stato meglio non parlarne”.