Greta Thunberg si ritira
La paladina svedese del clima, Greta Thunberg ha recentemente dichiarato di volersi “ritirare” dal suo impegno pubblico per combattere i cambiamenti climatici. Lo fa sapere tramite un intervista all’agenzia di stampa svedese TT, alla quale ha detto che “Dovremmo ascoltare i resoconti e le esperienze delle persone più colpite dalla crisi climatica”, in un simbolico passaggio di testimone ai futuri baluardi del clima.
Testimone, o come dice Greta Thunberg, megafono, che “è ora di consegnare a coloro che hanno davvero storie da raccontare” perché il mondo ha bisogno di “nuove prospettive“. Simbolo della crisi climatica e del disperato tentativo di cercare una soluzione, Greta è diventata famosa soprattutto per la sua schiettezza e chiarezza, oltre che per la sua missione di vitale di salvare il pianeta. Ora si dice disillusa e più pessimista rispetto a quattro anni fa, quando ha portato la sua protesta ai ragazzi di tutto il mondo. “Alcune dichiarazioni”, ha spiegato, “rilasciate dai leader mondiali e dai capi di stato a microfoni spenti sono difficili da credere quando le si ascolta”, sostenendo che “l’ignoranza delle persone più potenti del pianeta è scioccante“.
Greta Thunberg: simbolo di una protesta importante
Il nome di Greta Thunberg non può certamente essere passato inosservato negli ultimi 4 anni. Nata nel 2003 in Svezia, vanta un lontano discendente premio nobel nel 1903 per i suoi studi sull’effetto serra. Nel 2018, preoccupata per l’estate appena trascorsa, segnata da incendi, siccità e caldo fuori scala, armata di un cartello di cartone si presenta fuori dalla sede del parlamento svedese dove rimane ininterrottamente per 19 giorni.
Greta Thunberg aveva una richiesta semplice per il governo svedese, adottare politiche serie contro il riscaldamento globale e le emissioni di anidride carbonica. Tornata a scuola, dopo le elezioni svedesi, ha iniziato una solitaria protesta ogni venerdì, che ben presto da solitaria è diventata globale, con il nome di “Fridays for future“. Il primo sciopero globale per il clima risale al 15 marzo 2019, quando quasi 2 milioni di persone hanno partecipato ad una pacifica marcia in 2.350 città di 125 paesi. Da quel giorno, l’attenzione e l’esposizione mediatica su Greta Thunberg è stata elevatissima, portandola a parlare (e criticare aspramente, con toni duri, voce autoritaria e viso arrabbiato) con la maggior parte dei leader del mondo libero. Greta in poco tempo è diventata un’icona, un esempio moderno di persecuzione di una giusta causa, mentre ora per lei è arrivato il momento di appendere il gilet giallo al chiodo, consegnando il suo iconico megafono ad un ignoto successore.