La giovane attivista svedese Greta Thunberg su Twitter ha voluto dimostrare tutta la sua vicinanza ai manifestanti che in queste ore sono impegnati nelle proteste contro il governo cinese a Hong Kong. Si è trattato di un messaggio breve ma molto importante, quello destinato da Greta agli attivisti, ai quali ha voluto dare tutto il suo appoggio scrivendo: “I miei pensieri sono con la gente di Hong Kong”. In allegato al post, le immagini postate dall’attivista Joshua Wong, tra i leader delle proteste nell’ex colonia britannica. Quello della Thunberg è stato un gesto molto apprezzato da Wong, come sottolineato dalla Bbc e ripreso anche dall’agenzia di stampa Ansa, che ha evidenziato l’importanza in questo “momento difficile per gli Hongkonghesi”. Wong avrebbe in merito aggiunto: “Insieme siamo una voce forte che non può essere silenziata”. Quello di Greta è solo uno dei messaggi di solidarietà che giungono da tutto il mondo. Tanti anche i commenti sotto al tweet dell’attivista svedese: “Grazie Greta #StandWithHongKong , penso che tutti dovrebbero essere chiari sul fatto che questa HK #NSL può applicarsi a chiunque nel mondo e minaccia la sicurezza di tutti. È molto spaventoso, ma #HongKongers continuerà a combattere. Spero che tutti possano agire per resistere immediatamente”.
GRETA THUNBERG VICINA AGLI ATTIVISTI DI HONG KONG
Non si placano, intanto, gli scontri a Hong Kong dove la polizia ha fatto sapere di aver fermato circa 370 persone durante le proteste, 10 delle quali accusate di aver violato la nuova controversa legge sulla sicurezza nazionale. In migliaia si sono riversati nelle strade dell’ex colonia per chiedere l’indipendenza dalla Cina. nel frattempo, come fa sapere l’Ansa, il Regno Unito ha formalizzato la concessione dell’asilo politico a un altro attivista di Hong Kong, Simon Cheng. Si tratta di un ex impiegato del consolato britannico fuggito a Londra dopo essere stato detenuto per 15 giorni nell’agosto dello scorso anno durante una visita nella Cina continentale. L’accusa a suo carico è di istigazione ai disordini”. Cheng aveva già denunciato di aver subito “torture”. Anche altri governi stanno facendo sentire la loro voce e si stanno muovendo per approvare leggi che permettano l’asilo degli attivisti in pericolo ad Hong Kong.