Che Beppe Grillo avesse da tempo un fascino particolare per la Cina non è questione “segreta”, con le relative trame diplomatiche e politiche intessute dal Movimento 5Stelle da anni sull’asse Roma-Pechino. Con l’ultimo post pubblicato sul suo blog però, il “passo” in più compiuto dall’ex comico vede puntare per il futuro dell’economia globale il modello di Xi Jinping come il vero possibile approdo anche per l’Occidente.



«C’è una crescente evidenza che i giovani adulti di oggi siano fortemente insoddisfatti dell’attuale sistema politico ed economico. Nello specifico, un numero crescente di persone rifiuta il capitalismo», scrive Beppe Grillo nel post datato 29 dicembre 2021. Rilanciando uno studio britannico dell’Institute for Economic Affairs (IEA), gli atteggiamenti dei giovani di oggi si avvicinano sempre più al socialismo e si distanziano sempre più dal capitalismo: Grillo riprende, compiacente, il dato per cui il 40% dei millennials si dice d’accordo con l’affermazione, «il comunismo avrebbe potuto funzionare se fosse stato attuato meglio». Ad oggi, scrive Grillo citando i movimenti Black Lives Matter e Frydays For Future di Greta Thunberg, «i Millennials sono descritti molto più comunemente come una generazione iperpoliticizzata, che abbraccia idee “consapevoli” (woke), progressiste e anti-capitaliste. Considerazione sempre più estesa per la generazione successiva, la “Generazione Z”, quella degli Zoomers, nati tra il 1997 e il 2010».



LA PASSIONE DI GRILLO PER IL REGIME

Quello che però sottolinea Grillo è che se nel passato anche recente di “esempi” di socialismo economico e democratico ve n’erano diverse di modalità, ad oggi l’unico vero “piano B” è quello rappresentato dal socialismo comunista cinese. Ed ecco che “riesplode” la passione grillina per la Cina: «L’unico modello alternativo è quello cinese ispirato al Beijing consensus, che propone un capitalismo privato e un capitalismo di Stato sotto il ferreo controllo di un regime autocratico: un modello difficilmente adottabile nei nostri sistemi occidentali, ma che al tempo stesso pare l’unico possibile», scrive ancora il fondatore del M5s nel suo blog. Fa un po’ specie mettendo in semplice fila le “ultime” che provengono da Pechino: libertà piegata in Hong Kong, tentativo di impadronirsi di Taiwan, internet e social controllati, legami con la dittatura nordcoreana, imprese al mero servizio dello Stato, silenzi e prove nascoste sull’origine del Covid-19, repressione di ogni celebrazione in memoria della strage di Piazza Tienanmen. Ecco, quel “piano B” come opzione dell’Occidente, siamo davvero sicuri che possa essere un “modello” per le libertà e tradizioni europee?