LA GUERRA INTERNA AL M5S CON PRONTA LA DENUNCIA DI BEPPE GRILLO CONTRO IL LEADER CONTE: COSA SAPPIAMO FINORA

Lo scrivevamo già la scorsa settimana, ora vi sarebbero elementi in più a conferma dell’ipotetica denuncia pronta di Beppe Grillo contro il Presidente del M5s Giuseppe Conte: il tema è sempre lo stesso, ovvero il rispetto e la garanzia dei “valori fondativi del Movimento”, dicasi ovvero il simbolo, il nome e la regola del tetto sui due mandati per i parlamentari/assessori/consiglieri. Stando alle indiscrezioni rilanciate oggi dal “Giornale” e dal “Dubbio”, il Garante del M5s – che ogni anno percepisce un emolumento da 300mila euro per le consulenze politiche e di immagine sul partito – avrebbe contattato l’avvocato Pieremilio Sammarco per curare la causa da lanciare contro l’ex Premier.



Grillo, come ammesso dallo stesso nell’ultimo post di fuoco sul Blog, vorrebbe far sfruttare i propri poteri da Garante 5Stelle per evitare che in Assemblea Costituente (programmata da Conte per fine ottobre) si possa votare per il cambiamento dei tre “paletti” rimasti dalle origini del Movimento: secondo l’ex comico, l’attuale leader pentastellato avrebbe snaturato eccessivamente il M5s e ora si starebbe generando una spaccatura interna su due visioni diverse di come sviluppare il partito nell’immediato futuro. Sempre secondo le medesime fonti, la denuncia di Grillo avrebbe l’obiettivo di riprendersi il simbolo con le 5 stelle così da lasciare l’intera struttura attuale del partito a Conte ma senza più la possibilità di utilizzare simbolo (e forse anche il nome). In parallelo, il Presidente del Movimento vorrebbe al più presto eliminare la figura giuridica del Garante per anticipare l’ormai più che inevitabile scissione, avendo dalla sua la maggior parte di parlamentari e attuali vertici M5s sempre meno legati al fondatore del partito.



DAL SIMBOLO ALLE REGOLE DELLA COSTITUENTE: M5S SI SPACCA SUL QUORUM E VIRGINIA RAGGI…

Il “gioco” giuridico è tutt’altro che semplice visto che attorno al Movimento 5Stelle vi sono diverse società e sigle che detengono le varie parti della formazione politica, ma Grillo avrebbe dalla sua la proprietà del marchio proprietario del simbolo. La parola sarà ora in mano all’avvocato Sammarco e all’eventuale causa che potrebbe presentare nei prossimi giorni: a quel punto poi dovrà essere un Tribunale civile a dirimere la contesa che rischia di rappresentare la conferma formale di una scissione politica in realtà presente da tempo.



Non c’è però solo una guerra “politica” e “giudiziaria” alle porte fra Grillo e Conte: uno dei punti di forza del leader M5s riguarda la possibilità di convocare l’Assemblea Costituente di tutti gli iscritti e porre in votazione qualsiasi punto in essere dello Statuto, compresi i “paletti” sopracitati. Grillo insiste che un atto del genere porterebbe all’allontanamento eccessivo dall’ideologia originale del partito, ma non solo: la battaglia a quel punto potrebbe portarsi sul quorum delle votazioni, con il Garante che ha diritto (tra i suoi poteri) di ripetere il voto con il vincolo del 50% più uno come quorum per ritenere validi i risultati. Come spiega l’Adnkronos, una mail agli iscritti M5s negli scorsi giorni poneva un ultimatum piuttosto bizzarro: «rinnovare l’iscrizione con un clic entro 5 giorni, pena la disattivazione dell’account». Ecco che fonti dirette pentastellate all’Adnkronos spiegano sia un tentatici di Conte di limitare la forza di Grillo in Costituente: diminuire la base dei potenziali votanti giocherebbe a favore del leader. La reazione da Campo Marzio è però netta e smentisce tale ricostruzione: «Se avessimo davvero voluto abbassare il quorum non avremmo mandato la mail. Anziché fare questo, abbiamo preferito dare una ulteriore possibilità agli iscritti, in un momento di partecipazione così importante», rilancia la nota M5s.

Infine a rappresentare la “fronda” pro-Grillo e contro il leader Giuseppe Conte ci ha pensato ieri l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, finita ai margini del M5s dopo la legislatura (travagliata) al Campidoglio. Nell’intervista “A casa di Maria Latella” su Rai 3 l’ex prima cittadina di Roma Capitale attacca l’ex Presidente del Consiglio sottolineando come il Movimento delle origini oggi con Conte sembra essere definitivamente sparito. «La cosa più brutta è trasformarsi in quello che si è sempre detto di voler combattere, è terribile». Per l’ex sindaca, il Movimento rischia di trasformarsi in un partito “vecchio”, con il rischio ulteriore di uno scontro giuridico su statuti e carte: «deve tornare alle origini», ovvero un partito né di destra né di sinistra. Per questo motivo secondo Raggi il progetto contiano di un “campo largo” è da bocciare al più presto: se l’elettore di sinistra si trova a votare sul territorio, è il ragionamento della ex sindaca legata a Grillo, preferirà sicuramente il Pd e non il M5s «che si ricicla come tale, forse sceglie l’originale e non la copia».