In fondo solo qualche mese fa volavano gli stracci tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte dunque pare normale che vi possano essere “sensibilità” e toni diversi tra i due “dioscuri” del Movimento 5Stelle. Fa però effetto vedere come nella prima vera uscita pubblica “comune” – l’occasione è stata la conferenza stampa M5s di ieri sulle “Comunità Energetiche” – Grillo e Conte non abbiano rinunciato a far vedere tutta la loro distanza sul modo stesso di comunicare. Lasciando (forse) intravedere che c’è ben di più dietro il breve ‘attrito’ visto ieri tra il “non più Elevato” collegato e il leader in presenza.
Nasce tutto dal famoso “diktat” dato da Giuseppe Conte solo una settimana fa, infuriato per aver visto il M5s “fuori” di fatto dal giro delle nomine chiave in Rai: «nessun esponente 5Stelle andrà più nei programmi del servizio pubblico». Ebbene, sono passati 7 giorni e già la regola è stata “infranta” più volte (anche dallo stesso Conte). Ha dunque buon gioco il fondatore 5Stelle a evidenziare subito la stranezza: «Mi fa piacere che siamo qui con la stampa. Conte, che è un gentleman, non riesce a dare gli ultimatum, è uno dei più grandi specialisti di penultimatum che abbia mai visto». L’ironia pungente dell’ex comico sul presunto “Aventino” di Conte ha colto inizialmente l’ex Premier impreparato, salvo poi replicare a stretto giro con altrettanta puntigliosità.
CAOS A 5STELLE: COSA C’È DIETRO LO “SCONTRO” GRILLO-CONTE
«Ho detto che non saremmo andati nei canali del servizio pubblico per richiamare l’attenzione dei cittadini, ma non è che teniamo fuori la Rai, assolutamente»; non solo, al termine della conferenza stampa Conte aggiunge ai cronisti presenti, «Grillo ha fatto una battuta, ci siamo confrontati su questo punto. Sul piano della comunicazione Grillo ha una visione non molto ortodossa, già in passato ha dimostrato di non essere legato molto alle apparizioni tv, da questo punto di vista non c’è stata nessuna divergenza su quello che è avvenuto». Gli stop alle apparizioni nei programmi Rai, conclude Conte, è una decisione «che nasce da un passaggio specifico che abbiamo denunciato, che non ci è stato chiarito. Ma sicuramente non è che siamo contro il servizio pubblico o vogliamo assumere una decisione per tutta la nostra vita politica. Non avrebbe senso, dobbiamo anche contestualizzare le nostre decisioni». Grillo poco prima aveva spiegato alla platea di non essere più “l’Elevato”, bensì «gran custode dei valori. Siamo sulla strada giusta, ma state attenti però perché ci sono insidie: le rinnovabili sono energie intermittenti, e quindi hanno bisogno di essere accumulate… Dobbiamo velocizzare l’accumulo dell’energia». Tutto risolto? Per nulla. Secondo il ‘Messaggero’ dietro al breve scontro tra Conte e Grillo vi sarebbe una costante visione diversa su praticamente tutti i nodi prossimi della politica: dal Quirinale alla Legge Elettorale, dalla gestione dei gruppi parlamentari al rapporto con l’ex Di Battista e la “separata in casa” Virginia Raggi. Su tutto, c’è insofferenza in tanti big M5s per una subalternità al Pd voluta da Conte e che non sembra al momento portare grandi frutti in termini elettorali e di nomine (vedi Rai).